Una quarta Asl per la Prevenzione "La salute produce ricchezza, non costi"

Il sindaco Nardella lancia i tre punti per la sanità del futuro. Il professor Cavicchi detta la linea

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di Ilaria Ulivelli

Non è una questione da poco. Ma un tema rilevante. Uno di quelli rifondativi del sistema sanitario. La prevenzione collettiva e la promozione della salute, come l’esperienza della pandemia dovrebbe avere insegnato, sono colonne portanti della sanità. E lo saranno sempre di più se vogliamo invertire il paradigma, trasformando un sistema che non è più sostenibile in un sistema di benessere che genera ricchezza.

Già, perché la salute è ricchezza. Una ricchezza anche quantificabile: per un paese avere una popolazione in buona salute significa risparmiare spese enormi. Non è un passaggio banale.

Ma per potenziare la prevenzione è necessario riformularne forma e obiettivi. Se n’è parlato al convegno "La questione medica in Toscana" organizzato a Palazzo Vecchio dall’Ordine dei medici della Toscana, presieduto da Pietro Dattolo.

E’ stato il sindaco Dario Nardella a lanciare il tema sul quale l’assessorato alla salute della Regione sta lavorando da mesi: la Toscana potrebbe essere la regione pilota a sperimentare un cambiamento radicale, a proporre un modello nuovo e dinamico. Per Nardella "la sanità pubblica rimane un punto di forza fondamentale, ma non basta dire solo sanità pubblica, bisogna anche dire quale sanità pubblica vogliamo". Il sindaco ha sottolineato tre tematiche: prossimità, coordinamento e prevenzione. E proprio sulla prevenzione si è soffermato. "E’ il primo punto. Come dice anche l’Oms è fondamentale rispetto anche a problemi come l’invecchiamento, rispetto al problema dei costi crescenti delle cure e per questo stiamo strutturando la proposta di creare l’agenzia nazionale della prevenzione che possa coordinare e indirizzare la promozione della salute e anche tutti i comportamenti virtuosi, oltre che le politiche pubbliche per evitare un aumento ulteriore dei costi".

Il sindaco ha centrato un obiettivo, ma non la forma, almeno a sentire l’opinione di chi al progetto ha lavorato e del professor Ivan Cavicchi, sociologo che insegna a Medicina all’Università di Tor Vergata che da cinquant’anni elabora visioni, prospettive e progetti per la sanità. Creando un’agenzia – è il parere dell’assessore regionale al diritto alla salute, Simone Bezzini – si rischia di disperderne la forza. E’ successo così per molti settori della salute che in Toscana si sono trasformati in agenzia. Cosa che non possiamo permetterci che accada alla prevenzione chiamata a rispondere su una capillarizzazione e potenziamento dell’offerta di prevenzione collettiva e promozione della salute, preparazione e risposte alle possibili pandemie, prevenzione e contrasto all’antimicrobico resistenza, prevenzione delle malattie croniche (invecchiamento della popolazione, puntando all’aumento dell’aspettativa di vita con più anni in buona salute), prevenzione e controllo dei rischi sanitari associati a determinanti ambientali e climatici.

Questo sulla base del modello realizzato dal direttore del dipartimento di Prevenzione dell’Asl Toscana centro, Renzo Berti, in collaborazione con gli omologhi di Asl Sud Est e Nord Ovest. In questo caso, però, come ha sottolineato Bezzini, si parla di un’azienda sanitaria aggiuntiva, che possa staccarsi dalle tre Asl e ricevere quota parte del finanziamento dal fondo sanitario nazionale per dare gambe a progetti ambiziosi.

Nella carta costituzionale sono stati introdotti i diritti della quarta generazione che riguardano ambiente ed ecologia: sviluppano il tema del rapporto tra ambiente e economia e le malattie causate principalmente dall’inquinamento.

"Abbiamo un sistema sanitario molto arretrato e vecchio, con servizi lontani dai cittadini: bisogna avere il coraggio di cambiare e le idee per sperimentare, soprattutto in un momento come questo in cui non sappiamo quale modello sanitario verrà applicato dalle destre – spiega il prof Cavicchi – Produrre salute e benessere significa produrre ricchezza. Sinora l’economia ha snobbato la salute. Ma con il Covid si è saldata una nuova alleanza. Dobbiamo mettere insieme salute e ambiente, ripensare i servizi. Con nuovi approcci: prevenzione (prevenire i rischi), previsione (prevedere i rischi), predicibilità (dire prima come fare le cose per evitare che siano un rischio)".

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