Una nuova croce in Secchieta Dedicata ai grandi ciclisti

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Sulla cima della Secchieta c’è una nuova croce. È andata a sostituire quella che chi ha qualche anno di più ricorda essere sempre stata in alto sul monte, ma che non si sa bene quando è stata abbattuta e abbandonata nel dimenticatoio. La nuova croce in ferro battuto è opera di Nello Cellai, artigiano di Donnini, che l’ha realizzata con grande maestria e tanta passione. Non è stato facile ottenere i permessi per poterla sistemare lì, proprio dove si trovava l’altra. "C’erano delle limitazioni dettate dalla soprintendenza e un po’ di burocrazia che ha fatto perdere le speranze – ricorda Graziano Capanni, reggellese e ciclista per passione che si è prodigato con Nello Cellai per rimettere la croce alla Secchieta -. Con il nuovo sindaco Piero Giunti e soprattutto il suo vice Jo Bartolozzi, siamo riusciti ad accelerare i tempi e a riportare la croce al suo posto, con grande soddisfazione anche di chi l’ha realizzata". Ora i ciclisti hanno un motivo in più per arrivare in cima alla salita dove sono passati i grandi campioni delle due ruote. Ma l’obiettivo di valorizzare la Secchieta con questo sport che appassiona a tutte le età, è ben più vasto. "Nell’attuale rifugio – ricorda Capanni – una stanza è dedicata come luogo di esposizione di maglie e ricordi del ciclismo dei campioni del passato. Ma anche con gli amici di Montemignaio, partendo dai fratelli Mugnaini, vorremmo ottenere di più, realizzare un museo vero e proprio". Un luogo ideale per ospitarlo, suggerisce, potrebbe essere l’ex rifugio ormai abbandonato. "Una realtà del genere porterebbe nuova attenzione a questi luoghi, sarebbe un modo per valorizzare il movimento ciclistico e sfruttare la rivalutazione del turismo su due ruote riportando la gente su in Secchieta".

Manuela Plastina

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