Un intero palazzo per il murale di Jorit dedicato a Gramsci

Lo street artist dipingerà su una casa popolare in viale Canova. Ma è già polemica del centrodestra per la scelta del personaggio

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Dopo Nelson Mandela, l’icona di Antonio Gramsci. A due anni dall’intervento in piazza Leopoldo, lo street artist Jorit torna a Firenze per dipingere su un altro palazzo l’immagine del politico e intellettuale comunista incarcerato dal regime fascista dal 1926 al 1937.

L’enorme murales, su una parete di 213 metri quadrati, sarà realizzato stavolta su un edificio di edilizia popolare in viale Canova. La fase preliminare è rappresentata dall’immensa scritta che campeggia sul muro e che serve da guida e riferimento per dipingere i tratti del volto di Gramsci. Una frase tratta dalle “Lettere dal carcere“, che suggerisce lo spirito dell’iniziativa: “Anche quando tutto è o pare perduto, bisogna rimettersi tranquillamente all’opera, ricominciando dall’inizio... La crisi consiste appunto nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere".

L’iniziativa è promossa dall’associazione culturale Teatro Puccini, in collaborazione con Comune di Firenze e Casa spa.

"Gramsci resta uno dei pochi personaggi storici intellettuali italiani studiati in tutto il mondo per il suo pensiero filosofico della politica", ha ricordato Cristina Noferi, presidente dell’associazione Puccini, in occasione della presentazione del murales, che sarà completato nell’arco di quindici-venti giorni.

All’avvio dei lavori, oltre all’artista sono intervenuti gli assessori alle politiche giovanili Cosimo Guccione e alla casa Benedetta Albanese, il presidente di Casa spa Luca Talluri, e il presidente del Quartiere 4 Mirko Dormentoni. Con questo intervento prosegue così l’impegno del Comune e di Casa spa nel "mettere alcune delle pareti dei suoi edifici a disposizione di artisti affinché trasformino parti della città in un museo all’aperto dell’arte contemporanea".

Ma il progetto non è piaciuto agli esponenti del centrodestra Jacopo Cellai, Davide Bisconti, Federico Bussolin, Emanuele Cocollini, Alessandro Draghi e Ubaldo Bocci: "La prima domanda è se gli abitanti del palazzo di via Canova si cui è stato realizzato il murales siano stati interpellati e consultati - chiedono -. La seconda domanda, è perché dedicare un murales a Gramsci. Può una figura come la sua conciliarsi con i valori di libertà e democrazia che ci dovrebbero accomunare? E soprattutto perché non scegliere un grande politico della nostra città come Giorgio La Pira o Lando Conti che sicuramente hanno un collegamento più marcato di Gramsci con la nostra città?"

Olga Mugnaini

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