Un braccialetto può raccontare il delitto

Raccolto vicino alla vittima: sarà estratto il dna e comparato con quello dei protagonisti. Il giallo della fuga: Costa è scappato da solo

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FIRENZE

Un braccialetto potrebbe raccontare cos’è successo in via Boccaccio a Comeana, quando, mercoledì scorso, è stato ucciso da un colpo di calibro 9 il barman e personal trainer Gianni Avvisato.

Potrebbe dire, ad esempio, se c’è stata una colluttazione prima dello colpo di pistola che sarebbe stato sparato dal pregiudicato Stefano Marrucci, 55 anni, tutt’ora latitante, e chi vi abbia partecipato.

E se davvero, come ha riferito l’unico fermato, Andrea Costa, il 42enne fiorentino di via Rocca Tedalda accusato di concorso in omicidio, egli ha soltanto assistito, dopo aver fatto da “autista“ a Marrucci, a quello che forse doveva essere un avvertimento e che invece si è trasformato in un omicido.

Il pm, Massimo Petrocchi, ha disposto un prelievo di dna a carico di Costa, che oggi dovrebbe comparire davanti al giudice Pallini per l’interrogatorio di convalida del fermo. Sul braccialetto sarebbero infatti presenti le tracce di chi lo indossava. E potrebbero essercene anche altre, attribuibili a qualcuno dei presenti all’agguato andato in scena mercoledì scorso. Dalle carte del fermo firmato dalla procura pratese, fa capolino anche l’ipotesi che Marrucci e l’“autista“ Costa si siano recati ad incontrare Avvisato “su commissione“ di qualcun altro. Qualcuno che avanzava soldi o voleva madare un avvertimento alla vittima?

Ipotesi che però al momento non trova altro sostegno, benché la situazione sia in piena evoluzione.

La caccia a Marrucci è stata diramata ovunque. C’è apprensione per la pericolosità del soggetto, che probabilmente ha ancora con sé la pistola con cui ha sparato ad Avvisato. Costa, al quale sono stati sequestrati vestiti e cellulari, non è stato trovato in possesso di armi.

E’ quasi certo, poi, che la fuga di Marrucci, (nella sua tribolata vita segnata dall’omicidio del boss siciliano Agatino Mirabella) sia iniziata proprio da Comeana.

Sia Costa nel suo racconto, sia le evidenze raccolte nelle immagini di alcune telecamere poste sul percorso tra la casa di Avvisato e Firenze, confermano che l’“autista“ avrebbe fatto il viaggio di ritorno da solo. E Marrucci si è dato alla fuga secondo un piano prestabilito oppure l’imprevisto del colpo di pistola sparato ha creato una situazione di caos e le strade dei due si sono improvvisamente divise?

Nella seconda ipotesi, egli non avrebbe pianificato la latitanza, e quindi potrebbe non essere andato molto lontano. Diversamente, se il pluripregiudicato aveva programmato l’agguato e il conseguente allontanamento, oggi potrebbe essere anche molto lontano.

Anche in passato, oltre alla facilità a sparare, aveva dimostrato una certa confidenza con fughe e nascondigli. Ha dimostrato anche di sapersi procurare documenti falsi, indispensabili per darsi alla macchia.

 

 

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