Un aereo ’rabdomante’ sulla città "Così mappiamo tutte le perdite"

L’iniziativa straordinaria messa in campo dalla società per combattere gli sprechi di risorse idriche. Un Piper, dotato di un radar che emette onde elettromagnetiche, scova le porzioni di terreno più umide

di Lisa Ciardi

In volo, a caccia di perdite occulte. È l’iniziativa straordinaria messa in campo da Publiacqua per combattere questo tipo di spreco di risorsa idrica che, a Firenze, vale più o meno il 31%: su 37 milioni di metri cubi l’anno immessi nelle tubature, circa 11,5 milioni vanno dispersi e 25,5 milioni effettivamente arrivano alle varie utenze cittadine. Una cifra in calo, rispetto al 37% di perdite del 2018 (circa 20 milioni di metri cubi l’anno).

Si tratta di acqua che, pur essendo correttamente immessa nell’acquedotto, non arriva a destinazione, ma finisce invece dispersa nel terreno prima dei singoli contatori privati: a volte in modo visibile attraverso infiltrazioni dall’asfalto e zampilli, in altri casi senza lasciare traccia. Il costo per potabilizzare quest’acqua che viene poi dispersa è di circa un milione di euro: va detto che le spese per riparare la rete sono ancora più ingenti, ma dato che siamo di fronte a una siccità eccezionale, Publiacqua ha deciso, per motivi di tutela ambientale, di mettere in campo uno sforzo altrettanto straordinario per combattere le perdite, in particolare quelle occulte, che spesso, proprio per la loro invisibilità, rischiano di protrarsi nel tempo.

"È stata incaricata una ditta specializzata – spiega Leonardo Rossi responsabile tutela risorsa idrica di Publiacqua – seguendo una metodologia già utilizzata in altre regioni d’Italia e d’Europa. L’aereo utilizzato per le verifiche, un Piper, è dotato di un radar che emette onde elettromagnetiche verso terra, sorvolando le varie zone a circa 3 chilometri d’altezza. In base al tipo di segnale che torna indietro vengono individuate le porzioni di terreno particolarmente umide e viene redatta una mappa. Il dato viene poi incrociato con le nostre carte, in modo da limitare il raggio d’azione alla rete dell’acquedotto e da escludere la presenza di umidità legata ad altri motivi. Il lavoro si concluderà quindi nei prossimi tre mesi con l’individuazione delle aree più a rischio perdite: qui verranno inviate le squadre, per proseguire il lavoro in loco".

E l’obiettivo è ambizioso: Publiacqua conta di individuare circa 250 grandi perdite occulte fra le province di Firenze, Prato e Pistoia, recuperando 2 milioni di metri cubi annui di risorsa idrica pari a circa 60 litri al secondo. "Normalmente il monitoraggio avviene attraverso il meccanismo dei distretti idrici – spiega ancora Rossi – nei quali è stato suddiviso il territorio. Ognuno comprende circa 30-50 km di rete nei quali controlliamo la quantità di acqua erogata e i consumi. Se le due cifre non corrispondono probabilmente siamo di fronte a una perdita occulta".

A questo punto scattano ulteriori controlli da parte delle squadre a terra che, armate di geofono (uno strumento che individua il rumore dell’acqua nel terreno) provano a trovare il punto di rottura delle tubature.

"Si tratta normalmente di un iter molto lungo – continua Rossi – che, con l’uso dell’aereo e della tecnologia radar, contiamo di accelerare in modo importante. Il Piper dell’azienda che abbiamo contattato ha sorvolato l’area fra Firenze, Prato e Pistoia 13 volte in un giorno, mappando circa 1800 km di rete dell’acquedotto. Con le tecniche tradizionali un monitoraggio del genere avrebbe richiesto almeno un anno di lavoro".

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