Umberto Tozzi e quella “Gloria“ nata a Firenze

Concerto al teatro Verdi domenica per i suoi 70 anni, i 55 di carriera e gli 80 milioni di dischi venduti

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di Barbara Berti

"Un pezzettino di ‘Gloria’ è nata a Firenze. Ma anche altre canzoni, ho ricordi meravigliosi legati a quel periodo e alla città". Parola di Umberto Tozzi che domenica alle 20.45 arriva al Teatro Verdi con "Gloria Forever", il progetto in occasione dei suoi 70 anni, in regalo ai suoi fan.

Dopo 55 anni di carriera, cosa è per lei la musica live?

"L’emozione c’è sempre, oggi però mi diverto di più rispetto al passato. All’inizio era un lavoro,ora è un divertimento che nasconde un lavoro. Il live comunque resta il momento più carico di adrenalina. E’ come un calciatore che si allena tutta la settimana e poi arriva la partita. Da calciatore ‘finto’ della Nazionale cantanti, l’uscita dal tunnel era il momento che preferivo, qualcosa di spettacolare".

A proposito di pallone, è vero che voleva fare il calciatore?

"Avevo due piedi buoni, giocavo a centrocampo con il numero 10, ma non sarei mai diventato come Roberto Baggio".

Ha venduto oltre 80 milioni di dischi ed è uno degli artisti italiani più famosi all’estero: immaginava questo successo ?

"Quando ho iniziato era impensabile, ai miei tempi poi non si facevano questi conti. Quando uscì ‘Ti amo’ non avrei mai creduto che varcasse i confini nazionali e, invece, dopo tantissime settimane sempre al primo posto dei più venduti, arrivò in Francia, al primo posto delle classifiche. Non ci credevo...".

Successivamente arrivò “Gloria“ che è stata colonna sonora in tanti film, da Flashdance a The wolf of Wall Street, passando per Tonya…

"Quando si scrive una canzone non si sa dove arriverà. L’ho scritta un po’ a Torino, dove vivevo coi miei genitori, e un po’ a Firenze. In quegli anni lavoravo col produttore Giancarlo Bigazzi. Per ‘Gloria’ facemmo un provino in uno studiolo di Firenze: già al primo ascolto era molto forte. Con Bigazzi la musica nasceva da sola, bastavano un pianoforte e una chitarra, altre volte scrivevamo per telefono".

Cosa proporrà al Verdi?

"Chi viene a vedermi sa cosa trova, il solito meeting dove io e la band ci divertiamo e trasmettiamo la potenza del suono".

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