Ucraina, il racconto: "A Kiev i bambini terrorizzati si nascondevano sotto il letto"

Oleksandra, giovane madre scappata con la figlia di due anni dalle bombe di Kiev, ora è in salvo in Toscana: "Abbiamo viaggiato per più di 3 giorni, ora siamo al sicuro, ho paura che non rivedrò più mio marito e i miei genitori"

Profughi ucraini

Profughi ucraini

Firenze, 25 marzo - "L'Ucraina sta vivendo una delle fasi piu' drammatiche della sua storia, non avrei mai pensato che nel XXI secolo potessero accadere ancora cose di questo genere. Questa guerra è molto dolorosa soprattutto perché priva di senso. Il 24 febbraio, quando tutto è iniziato, è una data che ha cambiato la vita non solo di ogni ucraino ma di tutto il mondo". Inizia così il racconto di Oleksandra Bondarchuk, giovane mamma ucraina, arrivata in Toscana una settimana fa, dopo la fuga da Kiev, assediata dalle armate russe. Sul palco del congresso regionale della Cisl a Vaglia, nel Fiorentino, Oleksandra con la bambina di due anni in braccio porta la testimonianza del conflitto in Ucraina che tiene da settimane il mondo con il fiato sospeso.

"Ogni mattina - racconta - pregavamo intensamente di poter vedere il giorno successivo. Praticamente per 4-5 volte al giorno siamo dovuti andare nei rifugi antiaerei per sfuggire ai bombardamenti. Ogni minuto della nostra vita, nell'ultimo mese, l'abbiamo vissuto con il sottofondo delle esplosioni e il timore della violenza". Da lì la decisione di abbandonare il Paese e riparare in Italia, come fatto da 67mila connazionali. "Non potevamo piu' sopportare la guerra - spiega Oleksandra - allora abbiamo deciso di andare via perché la situazione era davvero dura. Le esplosioni erano così forti che le costruzioni tremavano e i bambini si nascondevano sotto il letto. E poi c'è una grave crisi umanitaria, i negozi sono chiusi, manca cibo, acqua, medicine tutto: ogni giorno è una sfida trovare qualcosa da cucinare. Spesso ci siamo riuniti tra famiglie per aiutarci, personalmente ho barattato delle mele in cambio di altre cose per comprare alimenti per la mia bambina". 

"Lasciare Kiev, bombardata a tappeto e con il cerchio dell'esercito russo che stringe è stato lo step più difficile" dice Oleksandra, mentre mette in fila i pensieri e racconta la sua storia, "abbiamo viaggiato per più di 3 giorni in bus e poi arrivati al confine con la Slovacchia siamo rimasti bloccati 13 ore". Una volta superata la frontiera Oleksandra e la sua bambina hanno ricevuto il supporto dei volontari per raggiungere l'aeroporto e prendere un volo con destinazione Italia. "È stato molto difficile lasciare il mio Paese devastato durante la guerra ma ancora più difficile è stato pensare che forse non rivedrò più mio marito, rimasto lì a combattere, i miei amici e i miei genitori".

La giovane madre adesso è ospitata da una famiglia toscana, la stessa che più di 20 anni fa aveva aperto le sue porte ed accolto il marito, coinvolto nel disastro di Chernobyl. Allora era uno dei tanti bambini mandati per soggiorni periodici all'estero, lontano dalle radiazioni prodotte dall'incidente nella centrale nucleare. "Chiedo a tutti di donare - ribadisce Oleksandra - per aiutare i tanti rimasti in Ucraina e dare supporto ai combattenti. Ci sono piu' di 200 bambini morti, la propaganda russa dice che stanno bombardando solo obiettivi militari ma non è vero, colpiscono anche civili e scuole, questa tragedia deve essere fermata. Credo nell'umanità e nella democrazia, spero che tutto questo finisca presto. Dobbiamo unirci, dimenticare le differenze e condividere tutto".