Tutto il mondo a Firenze in nome dell’Unesco "Trovare un equilibrio fra tutela e turismo"

Centri storici: intervista dell’ambasciatore Pasquale Terracciano, incaricato di guidare la nuova Direzione per la diplomazia culturale

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di Cristina Privitera

Alla guida della nuova Direzione generale per la diplomazia pubblica e culturale della Farnesina, l’ambasciatore Pasquale Terracciano è stato recentemente a Firenze per riunire la sua squadra di funzionari e mettere in cantiere nuove idee e progetti. In autunno sarà di nuovo in città per un altro appuntamento dedicato all’Unesco.

Ambasciatore, quali sono stati i principali risultati e le finalità della nuova struttura?

"La nuova struttura che dirigo è nata per rendere il soft power italiano uno strumento di influenza sempre più efficace sulle opinioni pubbliche internazionali. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, la Direzione Generale mette a sistema numerose competenze della Farnesina, con un approccio nuovo. Il Ministero degli Esteri intende promuovere una narrazione moderna dell’Italia, dove comunicazione e promozione culturale sono due canali paralleli e complementari. La loro azione congiunta è anche un potente antidoto contro la disinformazione, la manipolazione informativa e la diffusione di stereotipi sull’Italia. Lo scorso 21 e 22 maggio, ho riunito i funzionari dell’intera Direzione Generale a Firenze. Dai lavori, cui ha preso parte anche il sindaco Nardella, sono emerse idee originali e innovative. Ripartiamo da Firenze con tanti nuovi progetti per i mesi a venire".

In quali ambiti agirete, e con quali modalità, per il rilancio della promozione culturale?

"Promuovere la cultura italiana nel mondo oggi porta con sé una sfida: valorizzare e celebrare il nostro straordinario passato, ma anche raccontare al pubblico internazionale l’Italia di oggi, dinamica e vivace sotto il profilo artistico e creativo. Dobbiamo essere orgogliosi di Dante e Raffaello, di Bernini e di Verdi; ma dobbiamo esserlo altrettanto dei Maneskin, di Mahmood e Blanco, di Hugo Pratt e di Zerocalcare, simboli contemporanei di un’Italia cui spetta di diritto uno spazio di assoluta centralità sul palcoscenico della cultura globale. Grazie alla nostra rete all’estero - con oltre 300 uffici fra ambasciate, consolati e Istituti di Cultura, cui si sommano scuole, lettorati, missioni archeologiche - intendiamo proporre un’offerta culturale diversificata ma legata dal filo rosso della creatività italiana, che affonda le sue radici in una storia millenaria. Con un obiettivo prioritario: parlare alle nuove generazioni, coinvolgere i giovani, soprattutto come ideatori, produttori e promotori di contributi culturali innovativi e inclusivi".

Un esempio?

"Il 30 maggio è partito dalla Spagna il Sanremo Giovani World Tour, tournée in collaborazione con la Rai che porterà gli artisti finalisti dell’ultimo “Sanremo Giovani” in quattro città europee. Siamo una superpotenza culturale: non a caso siamo i primi per numero di siti nella speciale classifica della Lista Unesco. Il nostro impegno nel Consiglio Esecutivo e nel Comitato del Patrimonio Mondiale, nel quale siamo stati recentemente eletti dopo un’assenza di oltre vent’anni, avviene anche mediante il ricorso a tecnologie innovative e sensibilizzando e coinvolgendo la società civile. E poi ci sono le oltre 250 missioni archeologiche e di conservazione italiane attive nel mondo. Vogliamo organizzare la prima edizione degli Stati Generali dell’Archeologia italiana all’estero, che permetterà a breve di presentare al grande pubblico una delle eccellenze della nostra diplomazia culturale".

Lei ha proposto una giornata dell’educazione italiana all’estero: ciò significa anche intensificare la presenza delle nostre scuole e rilanciare l’attività degli Istituti di cultura?

"Crediamo che istituire una giornata dell’educazione italiana nel mondo sia un modo per dare visibilità e valore alle scuole all’estero, che costituiscono uno strumento fondamentale della nostra azione, sia perché si rivolgono ai giovani, sia perché ci permettono di promuovere i nostri valori di tolleranza, rispetto ed inclusione. Le istituzioni scolastiche italiane nel mondo sono una realtà molto variegata, in cui accanto alle 7 statali troviamo 42 scuole private paritarie (che vogliamo far crescere) e decine di sezioni italiane presso istituzioni scolastiche straniere. Gli Istituti italiani di cultura sono un’altra componente fondamentale della nostra azione. Attualmente sono 84 ed è in atto un rafforzamento: nell’immediato futuro è prevista l’apertura di sei nuovi Istituti a Hanoi, Bangkok, Amman, Sarajevo, Miami e Almaty, aree di primario interesse per noi".

A novembre a Firenze sarà celebrato il 50° anniversario della Convenzione di Parigi con il summit dell’Unesco. Quali sono le linee guida che saranno delineate?

"Il 50° anniversario della Convenzione Unesco del 1972 giunge mentre il mondo si trova ad affrontare nuove sfide che incidono sulla vita di tutti noi. Guardando a ciò, l’Unesco ha deciso di organizzare una riflessione interdisciplinare che si svolgerà nel corso dell’intero anno, includendo molteplici iniziative, e culminerà nell’evento che si terrà a Firenze dal 16 al 18 novembre, co-organizzato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Ministero della Cultura, Comune di Firenze, e Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco. L’Italia può svolgere un importante ruolo guida in un dossier complesso, ma che ci può offrire visibilità e prestigio. Ci auguriamo che il documento finale di Firenze possa rappresentare un utile strumento per le linee guida della cooperazione futura".

Quanto possono e devono incidere le future strategie per la salvaguardia di Firenze?

"Da quarant’anni il centro storico di Firenze è nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Lo scorso luglio si sono aggiunti alla Lista l’Abbazia di San Miniato, la Chiesa di San Salvatore al Monte, le Rampe, Piazzale Michelangelo, e i Giardini dell’Iris e delle Rose. Dall’iscrizione nella prestigiosa Lista conseguono una serie di doveri. Auspichiamo che la celebrazione possa essere un’occasione anche per richiamare l’attenzione sulla conservazione dei centri storici, sollecitando un maggiore impegno nella ricerca di un difficile quanto necessario equilibrio tra le esigenze della tutela e quelle dello sviluppo economico e urbano: penso in particolare all’urgenza di affrontare le criticità legate all’over-tourism. Temi su cui l’Unesco può svolgere un ruolo importante".

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