Tutti in S.Croce per la pace "Mi aspetto tanti giovani"

Il sindaco Nardella prepara la grande manifestazione europea di sabato "La più grande mobilitazione continentale dall’inizio del conflitto"

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Guarda il telefono: "Anche Atene ha aderito". Poi ricontrolla il cellulare e si mette a elencare le 100 città – da Madrid a Zagabria, da Valletta a Parigi – che parteciperanno alla manifestazione europea di sabato, per la pace e in solidarietà all’Ucraina. Il sindaco Dario Nardella, nella veste anche di presidente di Eurocities, la rete delle medio-grandi città europee, è il promotore di questa iniziativa. Sabato 12 marzo, pomeriggio, il nome non lascia spazio a dubbi, ‘Cities stand with Ukraine’. In tantissime città d’Europa si chiederà la pace, in Italia Firenze è ‘capofila’ con appuntamento in piazza Santa Croce, ma ci sono anche Milano, Roma, Bologna e tante altre città. Ci saranno i sindacati - Cgil, Cisl e Uil -, così come numerosi partiti politici, dal Pd con Enrico Letta a Italia Viva con Matteo Renzi. Sarà presente, ed è la prima volta a una manifestazione del genere dopo l’attacco della Russia, l’ambasciatore ucraino in Italia, Yaroslav Melnyk.

"Questa – dice Nardella – è la più grande manifestazione pubblica a favore della pace e in solidarietà dell’Ucraina che sia mai stata realizzata dall’inizio della guerra in Europa. È una iniziativa per tutti: non pretende di avere un colore politico". E per questo si prevede una grande affluenza, in tutte le città. "Spero – afferma il sindaco – che si presenteranno tanti giovani. Il loro entusiasmo, la loro energia è un valore aggiunto. Le nuove generazioni sono attente e impegnate per la pace, sono ragazzi già maturi, hanno capito il momento. Sono sicuro che arriveranno tanti messaggi di solidarietà dalle ragazze e dai ragazzi europei al popolo ucraino, i loro coetanei sono l’anello più fragile. E vanno protetti". Certo è che siamo nel 2022, fa paura pronunciare la parola ‘guerra’ ed è anche un po’ frustrante. Pensavamo di aver capito. E invece no. Siamo in un mondo super tecnologico, abbiamo acquisito tanti diritti ma poi basta poco e quel sottile filo di equilibrio che è la pace si può spezzare.

"E noi non dobbiamo permetterlo", sottolinea Nardella. Poi la sua espressione del viso cambia: "Non mi aspettavo di dover creare i presupposti per una manifestazione del genere – confessa –. Il fatto è che la nostra generazione ha avuto la fortuna di non conoscere la guerra, forse per questo è arrivata impreparata con quello che sta accadendo. È un momento terribile". Tira fuori l’immagine di una "cappa oscura, con un rischio sempre imminente". Dove muoiono civili, ci sono persone in fuga. Riprende fiato Nardella. E ripete: "Dobbiamo fermarla questa guerra, in tutti i modi. Le città possono giocare un ruolo cruciale, possono usare l’arma della persuasione. Tuttavia l’Europa deve avere una voce unica, non spezzettata. Sul gas non tutta l’Europa la pensa allo stesso modo, così come sulle responsabilità della Russia. Invece non è il momento di diversi". Corretto. Di certo la voce unica arriverà dalle piazze di tutta Europa: questo delirio ha da finire, dopo due anni di Covid dobbiamo riprenderci i sorrisi.

Niccolò Gramigni