Turismo, ripresina d’estate con gli italiani. "Ma senza stranieri restiamo in ginocchio"

Nel 2020 persi 5 milioni di visitatori e nel corso di quest’anno ne verranno recuperati soltanto due. Albergatori in affanno

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Nel centro storico si sente di nuovo parlare slang americano e qua e là anche spagnolo, tedesco e francese.

Sono pochissimi, niente rispetto al periodo pre-covid, ma ci sono dei timidi segnali di ripresa. Per la ripartenza dei flussi turistici, quella vera, bisognerà aspettare la primavera 2022, il 2023 per tornare ai numeri che si registravano prima dell’emergenza sanitaria, questo secondo le previsioni del Centro studi turistici di Firenze.

"Con l’estate assisteremo a un graduale ritorno dei turisti nella nostra città anche se tanto dipenderà dal quadro sanitario e quindi vaccinale" spiega Gianfranco Lorenzo, direttore del settore Ricerca di CST Firenze. In Toscana il 2020 ha registrato un -60,6% di arrivi e le previsioni per il 2021 parlano di un anno altrettanto difficile per la regione. Basti pensare che il covid nel 2020 ha bruciato 8,8 milioni di turisti in Toscana, circa 5milioni nella sola città di Firenze. Per quanto riguarda i pernottamenti, le strutture ricettive hanno perso 27 milioni di turisti (-55,8%).

Se le stime per il 2021 infatti sembrano prospettare una crescita di arrivi del +28,8%, pari a oltre 1,6 milione di visitatori in più, per gli alberghi la situazione resta critica. "Avere la maggior parte delle regioni in giallo e potere andare da una all’altra ci consente di immaginare una ripartenza. Almeno per il turismo interno ma non è affatto così per quello straniero. Purtroppo continuiamo ad avere quei cinque giorni di quarantena sui turisti europei e quei 15 sugli americani che ovviamente per alcune destinazioni, come ad esempio le città d’arte come Firenze, mette completamente in ginocchio" sottolinea il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca.

Per Bocca bisognerebbe prendere esempio dagli stranieri e specialmente dai diretti competitor dell’Italia: "Come Grecia e Spagna difendono il settore turismo che è importantissimo per il pil, la stessa cosa dovremmo fare noi".

Secondo le previsioni, gli italiani rimarranno di gran lunga la componente di mercato prevalente con una crescita di presenze stimata al +13,2%. Il 2021 quindi si caratterizzerà ancora una volta per il viaggio di prossimità e i principali mercati saranno ancora quelli di breve e medio raggio.

"Anche quest’anno saranno gli italiani a dare il contributo maggiore - le parole di Gianfranco Lorenzo -, spostandosi soprattutto in auto o in treno, e rimanendo tra i confini della propria regione o tra regioni limitrofe".

Per Thomas Peverelli, accounting manager di Caf Tour&Travel di via dei Calzaiuoli "ci sono primi debolissimi segnali, abbiamo delle prenotazioni a cui spesso però seguono disdette e cancellazioni – le sue parole -. Abbiamo ricominciato a organizzare anche dei tour ma appunto è troppo presto parlare di una ripartenza". "I viaggiatori sono perplessi, alcune prenotazioni stanno arrivando ma tutti si informano sui tempi di cancellazione. In ogni caso vogliamo essere ottimisti" conclude Cinzia Chiaramonti, titolare dell’agenza Yanez Viaggi di via Guelfa. .

 

 

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