Trovato morto l’anziano scomparso. "Se n’è andato con il suo clarinetto"

Il corpo di Alvaro Andreucci, l’83enne malato di Alzheimer sparito da casa il 31 luglio era in un pozzetto. lungo la ferrovia Firenze-Roma. L’addio del figlio: "Sei stato un babbo unico, sempre con il sorriso".

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di Emanuele Baldi

"Nel fagotto che si era portato per l’ultimo viaggio, divorato dalla malattia, aveva messo anche l’amato clarinetto. Voglio provare a pensare che avesse deciso di partire con il compagno inseparabile di una vita". Gianni Andreucci saluta così – con dolore dolce e composto – il suo babbo Alvaro, 83 anni, dilaniato dall’Alzheimer, trovato morto ieri notte in un pozzetto di raccolta delle acque piovane lungo la ferrovia Firenze-Roma, a poco più di un chilometro dalla stazione di Rovezzano dove le telecamere lo avevano ripreso per l’ultima

Alvaro era sparito di casa il 31 luglio portandosi via solo un sacchetto di vestiti. Nei giorni si sono moltiplicati gli appelli disperati del figlio Gianni – "Aiutatemi a trovare il mio babbo, sta male, quella malattia è tremenda – ma le speranze ormai erano ridotte a una fiammella. Alvaro è stato cercato dappertutto. Perfino a Stila, nell’Aretino, suo paese natale. Per una sorte beffarda ha trovato la morte a poche centinaia di metri da casa, in un affratto dove nessuno poteva vederlo, dove la scorsa notte il personale impegnato nelle ricerche coordinate dalla prefettura, lo ha ritrovato.

La storia dell’anziano e lo strazio del figlio hanno commosso la città. In tanti, specialmente a Rovezzano dove l’uomo abitava, si sono attivati nelle ricerche per giorni.

Ora Gianni chiede che venga effettuata l’autopsia sul corpo del padre che ricorda così: "E’ stata una persona unica, irripetibile Chi lo ha conosciuto, anche solo per 10 minuti, lo sa bene. Ti accoglieva sempre con un sorriso, ti aiutava se avevi bisogno, non voleva niente in cambio. Amava la natura, la montagna, le cose semplici. La musica, la storia. E amava alla follia il suo paese natale: Stia".

Un uomo genuino, con la scorza di quelli di una volta. Dolce e positivo. Così lo ricordano nel quartiere. "Aveva dei principi sani e saldi, con radici piantate in quella cultura contadina che lo ha visto nascere e crescere e di cui io stesso mi sento parte. – si legge ancora nel post di Gianni – Un esempio virtuoso di vita che io ho sempre cercato, umilmente, di seguire rendendomi conto fin da piccolo della fortuna che avevo ad averlo come padre. Merita tutto questo vostro affetto. Non dimenticatelo come io non dimenticherò tutto l’amore e la vicinanza che tutti voi mi avete saputo far sentire in questi giorni strazianti".

Anche Palazzo Vecchio ha voluto salutare l’anziano. Maria Federica Giuliani, vicepresidente del Consiglio comunale, porgendo le condoglianze a nome di tutti i suoi colleghi dell’assemblea cittadina, parla di "una vicenda molto triste che ci addolora e che ci deve interrogare una volta di più sulla realtà di famiglie lasciate sole ad affrontare una malattia terribile e insidiosa che colpisce nonne e nonni".

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