Tracciamento, la centrale chiude Vaccini: stop Mandela. Ecco S. Salvi

Tra una settimana chiude l’attività al palazzetto: in 13 mesi oltre 815mila dosi. Si sposta il punto informazioni

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di Ilaria Ulivelli

Mancano otto giorni alla chiusura dell’hub vaccinale al Mandela forum: stop il 29 marzo. Mentre accelerano i lavori alla palazzina 29 di San Salvi, destinata a diventare il nuovo hub fiorentino per le vaccinazioni, anche se in quanto a volumi, almeno a oggi, sicuramente non paragonabili a quelli del palazzetto dello sport che dall’11 febbraio 2021 ha garantito oltre 815mila vaccinazioni e che ora, nei quattro giorni settimanali d’apertura ne fa circa 3.000.

Nella palazzina dell’Igiene pubblica di San Salvi, dove ha sede anche l’ambulatorio per le vaccinazioni internazionali sarà possibile effettuare fra i 2 e i 300 vaccini al giorno. Non sufficienti a coprire la richiesta attuale che, sebbene crollata, ne necessita del triplo su Firenze. Si lavora, quindi, anche a individuare le altre sedi Asl in città, una dovrebbe essere al presidio Santa Rosa. Si fanno i conti escludendo l’ipotesi che, almeno al momento, ci sia bisogno di effettuare la quarta dose a una larga fetta di popolazione (gli ultra fragili che l’hanno già avuta in Toscana sono circa 4mila). "Ma qualora arrivasse un nuovo vaccino tarato su Omicron, oppure si dovesse fare la quarta dose di quelli attualmente autorizzati agli over 70, i canali prioritari sarebbero quelli degli ambulatori dei medici di famiglia e delle farmacie, oltre ovviamente ai centri vaccinali delle Asl nelle sedi di proprietà", spiega l’assessore regionale al diritto alla salute Simone Bezzini.

Si esce dalla straordinarietà, insomma. E con la cessazione dello stato di emergenza, il 31 marzo, la carrozza torna a essere zucca. Quindi stop al personale che, in via straordinaria, era stato reclutato per il tracciamento, come gli studenti di medicina. La centrale, che ora conta circa 40 addetti al Mandela forum, sarà di nuovo smantellata. Con la probabile se non certa conseguenza che, il tracciamento (pur ridotto ai soli casi positivi e non più esteso ai loro contatti) andrà in parte perduto, visti anche gli elevati numeri della casistica attuale (in crescita). Il pacchetto della riorganizzazione è comunque tarato nell’ottica che l’attuale rimbalzo di casi positivi non si trasformi in una quinta ondata con numeri paragonabili alla quarta, che non arrivino nuove varianti e che a ottobre non riparta il contagio a livelli delle precedenti ondate. Chiudendo il Mandela si sposterà anche il prezioso e sempre affollato punto informazioni allestito alla biglietteria dove i tanti rimasti impigliati nelle difficoltà burocratiche con green pass e certificazioni varie trovavano una risposta certa.

Se c’è una cosa che questo virus ci ha insegnato, ma che ci ostiniamo a non imparare, è che cambia. Le sue mutazioni colgono il sistema quasi sempre impreparato.

Purtroppo si tornerà a fare le nozze coi fichi secchi: il personale in dotazione al dipartimento di prevenzione dell’Asl dal 2019, in due anni di pandemia, ha perso oltre il 30% della forza lavoro. In gran parte medici. Senza contare che nel 2022 molti andranno in pensione. Chiedere se ci saranno le risorse per reintegrare è una domanda sbagliata. Perché serve un’implementazione, visto che la prevenzione è il primo baluardo della sanità. Pensare a costruire nuovi edifici (Pnrr) senza investire sul capitale umano è un po’ come imbandire la tavola di un banchetto senza companatico.

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