La longevità abita in Toscana. Ma cure e assistenza non bastano

Il rapporto è di due anziani per un Under 14. Il problema delle Rsa

Anziani che ballano

Anziani che ballano

Firenze, 23 settembre 2018 -  IN TOSCANA si vive più a lungo della media italiana ed europea, ma invecchiare non è sempre facile. Così, se la speranza di vita alla nascita si avvicina ad 82 anni per i maschi e a 86 per le femmine (dato 2017), crescono i toscani che hanno bisogno di cure e assistenza continue. Un trend che, secondo l’Istat, non accennerà a rallentare: dal 2007 al 2017 la popolazione anziana residente in Toscana è aumentata di circa 90mila unità, passando da 849.136 a 939.649. Sempre secondo l’Istat nel 2017 l’indice di vecchiaia (ovvero il rapporto tra la popolazione compresa tra 0 e 14 anni e quella con età uguale o superiore a 65) si è attestato a 165,3 a livello nazionale e a ben 198,6 in Toscana, con un incremento di 9 punti percentuali nell’ultimo decennio.

In pratica la Toscana conta due anziani per ogni giovane sotto i 14 anni. Nel 2018, i dati (ancora parziali) vanno oltre: un indice di vecchiaia nazionale di 168,9 che sale a 201,4 in Toscana. Qui un quarto della popolazione è over 65, mentre in Italia gli anziani rappresentano ‘solo’ un quinto dei cittadini. Ad aggravare la situazione, il fatto che su quasi un milione di anziani, ben 80mila non siano autosufficienti. Difficile, per tutti loro come per i malati cronici, trovare assistenza adeguata. Così, spesso, quando una situazione già difficile si aggrava, l’unica possibilità diventa rivolgersi all’ospedale più vicino. Secondo una recente ricerca presentata dal consigliere regionale Paolo Bambagioni (Pd) su 1,5 milioni di accessi annui ai Pronto Soccorso toscani, circa 700mila sono da parte di over 65: a volte per reali emergenze certo, ma più spesso per la difficoltà di affrontare a casa problemi cronici legati alla vecchiaia e a patologie note. Molti anziani sono poi costretti a restare nei Pronto Soccorso anche dopo la fase acuta, togliendo spazio alle vere urgenze e probabilmente ottenendo risposte che, nonostante l’impegno di medici e infermieri, non possono essere esattamente in linea con le loro necessità. Una soluzione ai problemi della terza età potrebbero sembrare le Rsa, le Residenze sanitarie assistite che permettono agli anziani (autosufficienti o no) di vivere con l’aiuto costante di personale specializzato. Peccato che, sempre secondo lo studio di Bambagioni (che ha anche presentato un’interrogazione sul tema), queste non riescano ad assorbire la domanda. D’altronde a fronte di 80mila anziani non autosufficienti, i dati predisposti dagli uffici della Regione Toscana in risposta all’interrogazione parlano di 320 Rsa (214 pubbliche e 106 private). I posti letto sono in tutto 14.349, di cui 1.694 per persone autosufficienti e 12.655 per non autosufficienti (di cui 154 liberi al 14 settembre 2018). Quelli a ‘scelta libera’ (per i quali è prevista la compartecipazione economica del Servizio sanitario) si attestano a 12.069, mentre quelli a ‘libero mercato’, ovvero interamente a carico dell’utente, sono appena 586. Pochi, ma spesso molto più semplici da ottenere dei primi.

Anche perché con una quota giornaliera media di 94,35 euro sono rari gli anziani che possono permettersi questo lusso. La cifra cala ovviamente nei posti a ‘scelta libera’, con una quota sociale (a carico dell’anziano o della sua famiglia) di 51,49 euro al giorno di media e una compartecipazione pubblica (qualora ci siano i requisiti per ottenerla) di 53,50 euro. In pratica la metà rispetto al libero mercato, ma comunque troppo per moltissime famiglie.

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