Terremoto Michele nella maison Gucci. Il direttore creativo dice basta e se ne va

Si era distinto nel panorama degli stilisti con la sua fantasia indomabile

Alessandro Michele con Jared Leto

Alessandro Michele con Jared Leto

Firenze, 24 novembre 2022 - "In questo lungo periodo Gucci è stata la mia casa, la mia famiglia di adozione. A questa famiglia allargata, a tutte le singole persone che l’hanno accudita e sostenuta, va il mio ringraziamento più sentito, il mio abbraccio più grande e commosso": con queste parole piene di amore e di rispetto Alessandro Michele ieri sera ha lasciato la direzione creativa di Gucci che aveva assunto nel gennaio 2015. Un addio dolorosissimo per il mondo della moda che gli riconosce grandezza e bravura, visione e sogno. Un comunicato ufficiale del Gruppo Kering ieri sera alle 20,45 definisce le ultime ore di Michele in Gucci con pensieri carichi di stima e di apprezzamento da parte del presidente e Ceo di Gucci Marco Bizzarri che aveva chiamato Alessandro alla guida del brand sette anni fa, e del presidente del Gruppo Kering, proprietario di Gucci, François Henri Pinault. Una notizia bomba, diffusa dal WWD on line, quotidiano americano del fashion, un fulmine per l’importanza del brand nato a Firenze nel 1921 e marchio principe del Gruppo Kering e per la carica umana e professionale di Michele che ha rilanciato con forza Gucci nel mondo con la sua fantasia indomabile e i suoi valori di inclusione e di no gender. Alessandro Michele si è distinto nel panorama dei creativi per la sua forza, determinazione, coraggio e incredibile conoscenza dei prodotti, frutto di un ventennio di lavoro in casa Gucci prima con Tom Ford e poi con Frida Giannini.

Le voci dell’addio si rincorrevano da giorni, pare motivate dalla richiesta degli investitori di dare al brand una sterzata sul classico, chiedendo a Michele questo ulteriore sforzo che, evidentemente, il creativo non si è più sentito di dare. L’“insoddisfazione” degli investitori deve essere stata la molla di tutto, la pazienza di Alessandro Michele forse era arrivata al limite. Troppo abituati ai successi continui e quasi delusi dei 2 miliardi e 600 milioni di euro di fatturato Gucci nei primi 9 mesi di quest’anno pari al +9% rispetto al 2021 (pesava forse la corsa di LVMH, rivale assoluto, col suo +22% di vendite nello stesso periodo). Come se Covid e guerra non avessero fatto segnare il passo anche a Gucci.

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