Terrazza, un progetto dai residenti

Presentato un rendering per la riqualificazione di piazza Mazzini. Previsto un mosaico fatto dalla collettività

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di Ilaria Biancalani

C’è pure un mosaico artistico, da realizzare con la partecipazione dei cittadini, per rendere più bello e decoroso un luogo caro alla comunità di Barberino Val d’Elsa. Si tratta della terrazza panoramica che da piazza Mazzini si estende verso la vallata e si affaccia su una delle aree più carismatiche del territorio. La proposta progettuale, che sarà valutata dall’amministrazione comunale, parte da un più ampio percorso di riqualificazione, condiviso dalla comunità. In particolare sono tre residenti, Adele Giuntini, Marco Borgianni e Francesco Casella, ad aver presentato un progetto, un rendering della terrazza che sarà.

Storia e architettura si mettono in relazione e traggono simbolicamente forza dai documenti conservati nel locale sottostante, l’archivio comunale, per proiettarsi all’esterno verso la campagna della Valdelsa fino a raggiungere i siti di ispirazione leonardesca come la Cappella di San Michele Arcangelo. "Dagli spazi dell’archivio comunale sul quale è collocata la terrazza - dichiarano i promotori del progetto - attingiamo il valore della memoria del luogo, per rafforzare il dialogo con il tessuto urbano, la struttura sociale che viviamo nella quotidianità, e costruire una nuova storia che si fonde e si integra in armonia con l’ambiente esterno". Il progetto di restyling, finanziato e sostenuto dal Comune di Barberino Tavarnelle prevede un intervento artistico con la creazione di un mosaico, al quale ogni cittadino potrà mettere il proprio tassello. "L’opera pubblica nasce da una sensibilità collettiva - commenta il sindaco David Baroncelli - e investe sul coinvolgimento degli abitanti, autori di nuove modalità di fruizione dello spazio pubblico. Il progetto sul quale stiamo discutendo propone di cambiare pelle all’area, trasformandola in un luogo che identifica e accoglie".

Gli elementi centrali che caratterizzano il restyling sono ispirati a Semifonte, o summus fons, come recita la locuzione di provenienza latina. "Sulla terrazza - aggiungono gli ideatori - ritroveremo il corso d’acqua che si estende verso il paesaggio, teso a trovare punti di contatto nell’affascinante storia di Semifonte, la città sommersa ma non perduta, avvolta dal mistero della leggenda e dalla speranza di essere riscoperta attraverso l’indagine archeologica in corso". Altri punti cardine dell’opera sono l’installazione di uno zampillo di lettere, che emergerà dal suolo, una forma artistica e narrativa che focalizza l’attenzione sul ricco patrimonio storico e documentaristico che sta alla base della conoscenza del territorio.

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