Tegola su Arpat, chiesta condanna per il nuovo direttore Rubellini

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FIRENZE

Il pm Gianni Tei ha chiesto una condanna a due anni e mezzo di reclusione per Pietro Rubellini, ex direttore della direzione ambiente del Comune di Firenze e oggi direttore dell’Arpat, nel processo per gli abbattimenti selvaggi di alberi nel territorio comunale e per assegnazione di lavori di potatura e mantenimento adottando la prassi più snella (ma per l’accusa inopportuna) dell’urgenza anziché fare bandi di gara. La pubblica accusa ha inoltre chiesto una condanna a un anno e otto mesi per Stefano Cerchiarini, responsabile del servizio qualità del verde di Palazzo Vecchio, e otto mesi per ognuno dei restanti cinque imputati, Franco Salvini, Cecilia Cantini, Gianluigi Mazzei e Ciro Degl’Innocenti (responsabili della gestione del verde dei Quartieri 1, 2, 3 e 4), e Niccolò Casini dell’ufficio tutela alberature sud.

Chiesta, invece, per tutti l’assoluzione dall’accusa di abuso d’ufficio, una contestazione che si era aggiunta nel corso del procedimento per volere del giudice ma che evidentemente la procura non ravvisa. La discussione davanti al giudice è stata comunque vivacissima, per le vibranti repliche dei difensori. Prossima udienza ad ottobre con probabile sentenza.

Con le condotte ipotizzate dal pm, i sette imputati avrebbero "deteriorato o alterato la qualità" del patrimonio arboreo cittadino, per aver eseguito abbattimenti "selvaggi", cioè senza le autorizzazioni della Soprintendenza, e aver omesso le ripiantumazioni, oltre a non aver prevenuto l’ammaloramento di un indeterminato numero di alberi nella zona dei viali, alle Cascine, in piazza della Vittoria, all’Albereta, in piazza San Marco e Santa Maria Novella (zona Unesco), viale Corsica (dove il regolamento urbanistico attribuiva ai fusti la funzione di rete ecologica) e viale Guidoni. Il tutto, secondo le accuse, senza aver eseguito un’adeguata programmazione per manutenzione e ricambio.

ste.bro.

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