No all'arrivo delle multinazionali: a Firenze vince il modello taxi "artigiano"

Dall'indagine emerge che solo 1 cittadino su 4 ritiene più efficiente il servizio all'estero. Giudici (Uritaxi): “Il nostro modello è un’eccellenza made in Italy da difendere

Claudio Giudici, presidente Uritaxi

Claudio Giudici, presidente Uritaxi

Firenze, 14 aprile 2022 - No all'arrivo delle multinazionali. E' quanto messo in chiaro dai clienti dei taxi italiani, secondo quanto emerge dall'indagine sul servizio in Italia commissionata da Uritaxi e realizzata da Lab 21.01 Ricerca – Formazione – Consulenza strategica per i quali, il 51.1%, il ruolo del centralinista che risponda alla chiamata, e quindi del rapporto umano, è fondamentale. Elaborata sulla base di oltre 1.000 interviste a residenti in città con più di 100mila abitanti che hanno preso un taxi o un ncc negli ultimi 3 mesi o all'estero negli ultimi 5 anni, la ricerca evidenzia che il 30.3% non gradirebbe l'ingresso di multinazionali straniere e non. Il 39.9% non ha un'opinione al riguardo e solo il 29.8% sarebbe favorevole. Dalla rilevazione effettuata tra l'8 e il 13 aprile emerge anche che l'81.3% di chi usa il taxi è abbastanza o molto soddisfatto del servizio. Altissimo anche l’apprezzamento per l’offerta tecnologica (telefonica, sms, Whatsapp, Telegram, app): 78,1%. Cresce quindi la qualità del servizio con i clienti che apprezzano il comfort del mezzo di trasporto (93.1%), le informazioni sul servizio (92.8%), la rapidità di spostamento (90.2%), i tempi di attesa (84.9%). A fare la differenza tra la scelta di un mezzo o un altro la sicurezza della corsa, giudicata di fondamentale importanza per il 95.2% degli intervistati, il costo (94.7%), la rapidità di spostamento (91.2%), la disponibilità e la cortesia dei tassisti (88.4%). “Gli italiani bocciano multinazionali, deregulation e servizio estero” afferma Claudio Giudici, presidente nazionale Uritaxi. "Ancora una volta - prosegue -  i dati raccolti ci obbligano a chiedere alle istituzioni: perché riformare un servizio d’eccellenza che funziona, che attua come nessun altro i precetti costituzionali degli artt. 41, 43, 45 e 46, e che invece dovremmo difendere come patrimonio nazionale?”. L'indagine evidenzia che solo il 24.5% del campione, e quindi 1 su 4, ritiene che il servizio all'estero sia più efficiente rispetto all'Italia e che l'82.2% degli intervistati sarebbe favorevole a veder sostituire parte delle linee bus dal taxi con un sostegno economico pubblico. Il 37.6% dei cittadini ritiene più efficiente il taxi rispetto al noleggio con conducente (32.2%), al car sharing (18.4%) e agli autobus (9.7%). Sempre dall'indagine si registra che il 33.4% non sarebbe d'accordo sull'ingresso nel mercato dei taxi di soggetti che operino a prezzo libero, con la possibilità quindi che il prezzo finale possa abbassarsi, ma anche salire contro il 30.1%.

A chiamare il taxi sono soprattutto le persone con problemi di salute (lo dice il 35.3%), il 31,4% lo fa per motivi di lavoro, il 27.9% per andare o tornare dalla stazione, il 22.8% per o da l'aeroporto. Non usufruisce del servizio taxi chi ha un mezzo proprio, è quanto dichiarato dall'84.9%, chi usa mezzi pubblici (il 34.8%) o chi ritiene che non sia abbastanza sicuro contro il covid (il 27.3%). Solo il 21.8% non lo fa perché ritiene le tariffe elevate. A Firenze, dove il gradimento era già altissimo (91% nel 2020, 90% nel 2019 e 88% nel 2017) esplode l’utilizzo dell’app dei tassisti italiani itTaxi: è aumentato del 95% negli ultimi due mesi. “Dalla ricerca effettuata nei primi giorni di aprile sugli utilizzatori di taxi nelle grandi città – sottolinea il curatore dell'indagine, professore Roberto Baldassari, direttore generale di Lab 21.01 – emerge chiaramente, e in maniera confermativa rispetto alle ricerche precedenti, come gli italiani abbiano un rapporto ottimo con il servizio taxi”.

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