Startup, obiettivo un miliardo di investimenti

Nei primi sei mesi dell’anno già impiegati 600 milioni di euro. Fondi stranieri e crowfunding: i dati e le novità emerse a #Sios21

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Nei primi sei mesi di quest’anno sono stati investiti più di 600 milioni di euro in startup e imprese innovative. Una cifra record tenuto conto che in tutto il 2020 gli investimenti totali si erano fermati a poco sopra i 700 milioni. Le previsioni, perciò, sono di chiudere l’anno con almeno oltre un miliardo di investimenti – ma chi dice anche 1,5 – che sono un’ottima notizia per tutto l’ecosistema delle startup italiane e anche per le oltre 600 toscane, sulle quali nel 2020 sono stati investiti quasi 15 milioni di euro. Tra le storie di successo, Depop, app di e-commerce sulla quale, quando ancora si chiamava Garage, decisero di investire i tre fondatori di Nana Bianca, Paolo Barberis, Alessandro Sordi e Jacopo Marello. Nato nel 2011 da un’idea di Simone Beckerman, Depop, che oggi conta oltre 400 dipendenti, è stato recentemente acquisito da Etsy per 1,6 miliardi di dollari. Se ne è parlato ieri con lo stesso Beckerman a #SIOS21 Summer Edition, il summit organizzato da StartupItalia in collaborazione con Nana Bianca, che si è tenuto a Firenze nell’ex Granaio dell’Abbondanza, il nuovo hub digitale di piazza del Cestello.

A partire dalle 10 si sono alternati esperti, manager, innovatori, giornalisti, politici e accademici, che si sono confrontati sul tema delle startup, dell’innovazione e non solo. "Il mondo delle startup – ha spiegato Filippo Satolli, amministratore delegato di StartupItalia – sta andando molto bene. Nonostante la pandemia, le startup non si sono fermate (ne sono nate più di 1.400 lo scorso anno) e nemmeno gli investimenti, con oltre 700 milioni di euro".

"Le proiezioni di fine anno – ha sottolineato – ci portano verso il superamento di 1,5 miliardi di investimenti, che è un dato molto importante". "Tanti investitori – ha sottolineato il direttore operativo di StartupItalia, Edoardo Negri – sono stranieri e questo ci fa ben sperare: significa che le startup italiane sono al centro dell’attenzione di investitori italiani e internazionali". "Un altro elemento positivo è che quasi il 50 per cento degli investimenti fatti in startup sono stati raccolti con il crowdfunding. Significa che la mentalità dei risparmiatori, che prima ricorrevano a forme più tradizionali di investimento, sta cambiando", ha concluso il direttore operativo. Tra le startup toscane da tenere d’occhio WearnCare, progetto nato dalla Scuola Superiore Sant’Anna: uno strumento di diagnosi che combina sensori indossabili e algoritmi di intelligenza artificiale per aiutare il neurologo nella valutazione clinica della malattia di Parkinson. Guarda al presente e al futuro Next Generation Robotics, idea nata sempre dalla Scuola Sant’Anna che porta sul mercato robot collaborativi e innovativi per la disinfezione di ambienti e superfici in ambito sanitario e civile. Hoppygang è invece una startup nata in Nana Bianca che ha creato una tecnologia pensata per l’influencer marketing e che supporta i brand nella creazione e gestione delle campagne.

Monica Pieraccini

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