Spuntano le gavette dei soldati nelle confezioni delle t-shirt

Un’originale iniziativa di Esercito Italiano. E abiti da materiali dismessi delle missioni

La gavetta era uno dei simboli dei soldati di tutto il mondo. Prima dei pasti liofilizzati, delle razioni precotte. C’era lei, contenitore di alluminio nel quale si inseriva il rancio. Oggi quei pezzi sono un oggetto di culto, un inno alla pace per ricordare i tempi di guerra. Un qualcosa di ‘sacro’ per il militare, insieme al piastrino di riconoscimento. Ma in tempi di marketing, si sa, tutto può succedere. E così l’Esercito, che si trovava nelle caserme oltre diecimila gavette mai usate (non le centomila diventate famose con il libro che racconta la campagna di Russia dei nostri soldati durante la seconda guerra mondiale) ha pensato bene di non buttarle alla pressa ma di utilizzare come involucro per le maglie a marchio Esercito.

Un assaggio di economia circolare presentato nello stand di Pitti, che segue quello dell’anno scorso, quando protagonista era la seta dei paracadute non più utilizzabili. E così è stata presentata la collezione "Upcycling 2023", che oltre alle gavette, propone capi di abbigliamento e calzature realizzati con materiali ed equipaggiamenti dismessi, dopo essere stati utilizzati nell’ambito delle missioni nazionali e internazionali. "Esercito Sportswear" è il marchio commerciale dell’Esercito Italiano per la produzione e la distribuzione di capi di abbigliamento e accessori, che vengono prodotti da Officina Italia s.r.l., su una licenza esclusiva concessa da Difesa Servizi S.p.A., società in house del Ministero della Difesa.

Fabrizio Morviducci

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