Speed date, tre minuti per innamorarsi. O anche no

Venti euro, un drink e una fila di pretendenti che si susseguono al tavolino. Ecco la formula per trovare l’anima gemella

Speed Date (Afp)

Speed Date (Afp)

Firenze, 17 gennaio 2019 - Perché sei qui? «Cerco un’avventura». Niente storie serie? «Non sono sposato, se è questo che vuoi sapere». Din (campanello). Perché sei qui? «Vorrei incontrare la persona giusta. Niente avventure?» «No mi spiace non sono uno da una botta e via. Cioè, volendo». Din

Venti euro per una pia illusione. Trovare l’anima gemella in tre minuti e dire addio a questa specie di solitudine che gli altri ti vedono addosso.

Venti euro per sedersi a un bar perchè «Per innamorarsi basta un’ora», cantava Loretta Goggi negli anni Ottanta. Oggi, invece, con la frenesia del terzo millennio e tutti ’sti social, il tempo di innamorarsi si è ristretto a tre minuti. Questa è l’unità di misura stabilita dallo ‘speed date’, uno dei metodi di approccio gettonati per chi ha superato la trentina, la quarantina, la cinquantina e a volte anche la sessantina.

Location la cornice del Cafè de Paris in piazza Dalmazia, arena di incontri che si riconoscono al fiuto.

Battuta da single in cerca dell’anima gemella. Lo speed date è un giochino facile: un gruppo di donne e altrettanti uomini che non si conoscono, hanno la possibilità presentarsi, di interfacciarsi uno alla volta, scorrendo, appunto, ogni tre minuti, din.

Una catena di montaggio del corteggiamento da salotto esportata dalla cultura yankee: lo speed date rappresenta lo spirito pratico americano, dove anche i principi azzurri e cenerentole varie hanno tempi contingentati e vogliono pochi fronzoli per arrivare al sodo. Ma se già l’idea di conoscere l’amore con le stesse modalità di un colloquio di lavoro spoetizza ogni romanticismo, la realtà dei fatti può risultare interessante di sicuro da un punto di vista antropologico.

«Ciao sono Carlo». Hai mai fatto uno speed date?. «Sì, vent’anni fa ma ero un’altra persona e avevo un’altra testa cercavo altro». Adesso cosa cerchi? «Le belle donne». Din. Ecco l’altro: «Mi dai il tuo cellulare?». Non si può. «Vabbè, dai così tagliamo i tempi». Din. Sfilano prototipi di un’umanità trasversale, che avrebbe messo a dura prova anche Darwin: individuate varie categorie. Al tavolo arriva l’ansioso insicuro, che legge domande che ha già scritto, miodio, a casa: come quelli che barano agli esami. Dopo tre minuti, din, risuona la campanella e arriva il feticista, che invece di guardare in faccia si concentra sulle scarpe, bacchettandoci perché in assenza di tacco 12. «La mia donna ideale? – dice lui -. Nuda nel letto con le zeppe altissime e una catenina all’ombelico». Din, per fortuna.

Ok, passare avanti. Sui divani, sedute accanto sta l’universo femminile che sceglie: donne che giustamente si prendono sul serio e considerano questa un’occasione. Divise tra panterone bistrate con artigli laccati, vestiti maculati e striminziti, rossetto e gran ciglia nere. Acqua e sapone non ce ne sono: prossimo contendente. «Ciao, sono il numero 24, mi chiamo Emanuele, parrucchiere, 35 anni, non sposato, senza figli e con un mutuo»: lo dice a tutte. Fine della sfida seduttiva. Din. Per ora lo speed date non offre speranze. Ti piace Zeffirelli?, chiedo a Duccio il numero 4. «Chi, quello che ha scritto il vocabolario?»

Fra un campanello e l’altro, capita di ascoltare anche gli altri protagonisti di questo gioco di appuntamenti al buio. Due scoprono di essersi già incontrati nel mondo virtuale di Tinder, l’applicazione che incrocia profili e affinità di uomini e donne, confondendo ancora più le idee, di questo supermercato dei sentimenti 4.0.

Dopo una specie di Tarzan pieno di tatuaggi e il 7 che dice : «L’aspetto non mi interessa, mi basta una con cui stare bene», din, arriva a sorpresa anche il tronista della porta accanto, belloccione che sa di esserlo e felice di fartelo pesare. Scorrono inesorabili i minuti, gli uomini e, soprattutto, le speranze di conoscere qualcuno di veramente interessante. Eppure, scoccata la mezzanotte e suonata la campana finale, cenerentoli e principesse come per magia si trasformano finalmente in persone normali, si scambiano i numeri e iniziano a parlare senza timer e cellulari. E forse è vero che per innamorarsi possono bastare anche solo tre minuti.

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