S’infiamma la battaglia sui monopattini sicuri TiMove replica al sindaco: "Poteva chiamarci"

L’amministratore Campione contrario all’uso del casco per i mezzi a noleggio: "Perché non è obbligatorio sulle bici? Questo è accanimento"

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di Paola Fichera

Botta e risposta a distanza fra il sindaco Dario Nardella e una delle compagnie che gestiscono il servizio sharing per i monopattini elettrici a Firenze. Ieri mattina il sindaco ha annunciato la nuova ordinanza che introduce l’obbligo del casco per chi guida un monopattino anche se maggiorenne. L’ordinanza sarà pubblicata oggi in gazzetta ufficiale, ma diverrà operativa dal 1 dicembre. Con tre mesi di tempo per tutti per adeguarsi alla nuova regola e, magari, aspettare che anche il Parlamento riesca a fare la legge di riforma del codice della strada sulla quale sta lavorando da tempo.

Anche a febbraio il sindaco aveva firmato una ordinanza simile, ma il Tar in meno di una settimana l’ha bocciata. E se il Comune riprova a fare d’apripista in Italia, la mossa non piace a TiMove, una delle società che gestiscono il servizio sharing e che lo scorso gennaio ha impugnato la prima ordinanza. L’amministratore unico Antonio Campione (I suoi monopattini sulle strade fiorentine sono 300), non si sbilancia su un nuovo ricorso, visto che prima la società si riserva di leggere bene il testo della nuova ordinanza. Però Campione non nasconde la sua contrarietà: "Non siamo stati né chiamati, né interpellati. E sono preoccupato, perché questa ordinanza è nata senza sentire chi ha fatto investimenti importanti e a fondo perduto per la città". Poi aggiunge "Stiamo già lavorando per aumentare la sicurezza dei nostri mezzi e siamo disponibili a trovare soluzioni". E ammette "il casco è un elemento di sicurezza e bisogna pensare a soluzioni per agevolarne l’uso". Però le soluzioni sullo sharing a flusso libero non sono facili da trovare in breve tempo. Anzi "in questo senso l’ordinanza non aiuta". Anche perché, c’è un tavolo nazionale, coordinato dal ministero delle mobilità sostenibili, a cui siedono le società di sharing e i comuni con Anci, "che sta già lavorando benissimo".

Campione non accoglie con troppo entusiasmo nemmno la proposta del sindaco di aumentare i monopattini in sharing su strada purchè le società si facciano carico di inserire un porta casco. "C’è un problema tecnico – spiega – Non è difficile pensare di costruire un bauletto da applicare ai mezzi, ma il fatto è che i monopattini sono omologati per non trasportare nulla e noi non siamo ditte costruttrici, noi gestiamo solo lo sharing". Pronta la risposta anche all’esempio dei monopattini francesi dove il bauletto portacasco c’è già. "Noi – spiega – abbiamo saputo che in molti casi quel bauletto rende meno agevole il movimento dello sterzo e quindi finisce per sbilanciare tutto il mezzo".

E alla fine il problema è anche economico. "Ci sono cose che non si possono fare gratis – insiste – lo dico perché abbiamo già fatto investimenti importanti, in un momento disgraziato come quello del Covid, che ancora dobbiamo ammortizzare". Campione, insomma, trova irrealistico l’uso del casco senza una normativa univoca nazionale o europea (soprattutto per chi arriva da altre città o dall’estero), infine lancia una provocazione a Palazzo Vecchio: "Perché il casco non è obbligatorio sulle biciclette a pedalata assistita, che raggiungono velocità molto superiori ai monopattini? Perché questo accanimento?".

E poi c’è la questione dei controlli sulle strade. "Oggi il casco è obbligatorio sotto i 18 anni, ma i vigili di Firenze quante multe hanno fatto ai minorenni senza casco sui monopattini? Credo poche o addirittura zero".

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