Sindacalista licenziato in Toscana, bufera sull’Asl, "Cacciato solo perché era scomodo"

L’Azienda sanitaria sotto accusa dopo il provvedimento contro un delegato Cisl. Il giallo dell’intervista al Tg2

Personale sanitario in un reparto Covid

Personale sanitario in un reparto Covid

Firenze, 22 giugno 2020 - Bufera sull’Asl Toscana Centro, che ha licenziato un suo dipendente, sindacalista della Cisl, dopo una intervista al Tg2 andata in onda in forma anonima il 17 aprile sulla gestione dell’emergenza Covid all’ospedale San Giovanni di Dio di Torregalli. Secondo l’Asl la persona di spalle che parlava con voce camuffata era il sindacalista della funzione pubblica Cisl. Il licenziamento in tronco, senza preavviso, è scattato venerdì scorso. L’Asl ritiene che le frasi pronunciate nell’intervista siano lesive del decoro e del prestigio aziendale.

"Ai dirigenti Asl veniva di fatto contestato di non essere stati all’altezza della situazione", riferisce l’avvocato Fausto Benigni che assiste il sindacalista. Oggi il legale depositerà il ricorso d’urgenza per il reintegro immediato sul posto di lavoro. Viene contestata la legittimità del licenziamento.

La Cisl regionale con il segretario Riccardo Cerza, insieme a Pistonina, Bucci, Burzio, parla di "azione spropositata, atteggiamento a tratti persecutorio nei confronti di un sindacalista ’scomodo’" e pretende anche le scuse dall’Asl. "È vergognoso – aggiunge la Cisl – che in piena emergenza Covid, mentre il nostro delegato era impegnato nei turni in ospedale, l’Asl abbia impegnato risorse umane ed economiche per una attività istruttoria abnorme senza peraltro arrivare a una sicura identificazione". Maurizio Petriccioli, leader nazionale funzione pubblica Cisl, chiede al "governatore Rossi di intervenire".

Da tempo i rapporti tra Asl e sindacalista non erano idilliaci. Prima del licenziamento l’Asl gli aveva già avanzato due contestazioni disciplinari, una nel 2018 poi finita con l’archiviazione, la seconda nel dicembre scorso, conclusasi con un richiamo formale.

"Al centro delle accuse sempre le dichiarazioni rilasciate pubblicamente dal sindacalista, nell’ambito della sua attività sindacale, relative all’organizzazione del lavoro, ritenute offensive" precisa l’avvocato Benigni. La contestazione del dicembre scorso era già stata impugnata dalla Cisl e finirà davanti al giudice a metà ottobre. Ma le contestazioni disciplinari fatte dall’Asl sono al centro anche di un ricorso della Cisl toscana, sempre con l’avvocato Benigni, per comportamento antisindacale in base all’art. 28 dello Statuto dei lavoratori, che andrà in udienza a metà luglio.

"Per cercare di identificare l’intervistato l’Asl ha incaricato anche due periti fonici ma l’esito della perizia sulla voce non offre alcuna certezza. L’Asl ha avviato un procedimento disciplinare senza neanche avere la certezza del soggetto cui era rivolto e comunque al sindacalista vengono contestate dichiarazioni che, in ogni caso, rientrebbero nell’ambito del diritto di critica a lui riconosciuto" conclude l’avvocato Benigni. Contattata per telefono l’Asl non ha voluto rilasciare dichiarazioni sulla vicenda, rilanciata ieri sera da un servizio del Tg2.

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