Si è persa l’etica del lavoro inteso come valore

Migration

Cosimo

Ceccuti

Siamo ormai davanti a una realtà consolidata: non mancano posti di lavoro, temporanei o a tempo indeterminato, manca chi li occupa. Un fenomeno particolarmente grave per una città come Firenze, a forte vocazione turistica, dove a fronte del "tutto esaurito" non si riescono a reperire cuochi, camerieri, personale alberghiero. Una lacuna che si estende alle addette alle vendite, al personale di amministrazione e segreteria, e non risparmia il lavoro qualificato, egualmente ricercato dalle aziende. Le cause di un fenomeno sociale inatteso sono molteplici e non facilmente identificabili. Si lamenta il deterrente provocato dal reddito di cittadinanza, e sono altresì innegabili gli effetti della pandemia che ha costretto molti a ricollocarsi professionalmente, abituandosi a un modo diverso di lavorare, a cominciare dallo smart working. Si cercano impieghi meno stressanti, magari meno retribuiti, ma con orari ben definiti, più comodi, in grado di lasciare spazio alla vita familiare. Al problema dunque dei numerosi soggetti che rinunciano perfino a cercare lavoro, si aggiunge la difficoltà di soddisfare la domanda e l’offerta, con un punto d’incontro più complicato rispetto al passato. Si pensa a intensificare corsi formativi, per una maggiore qualificazione. C’è chi guarda con una vena di nostalgia all’antico apprendistato, che consentiva la formazione e la specializzazione sul campo, attraverso la pratica quotidiana a fianco di chi era in grado di insegnare. Firenze era all’avanguardia con le botteghe artigiane, le arti e i mestieri, autentica fonte di ricchezza della città. Sta venendo meno – dobbiamo riconoscerlo – l’etica del lavoro, inteso come valore in sé, non puro strumento di sopravvivenza. Soprattutto i giovani devono ritrovare la volontà di misurarsi, propria delle generazioni del secondo dopoguerra, ansiose di conquistare un posto nella società della ricostruzione. Con il fermo intento di soddisfare le proprie ambizioni, di raggiungere gli obiettivi, a costo di inevitabili sacrifici. Oggi la tentazione è di adagiarsi sulle occasioni "tranquille", che benefit e ammortizzatori possono offrire. Non dimentichiamo l’articolo 1 della Costituzione, non a caso varata quando i nostri genitori dovevano rimboccarsi le maniche: "L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro". Lavoro debitamente retribuito.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro