Vittorio Sgarbi, la sua arte con La Nazione

Il critico: "Da Canaletto a De Chirico, con i mie libri vi racconto la bellezza infinita della pittura italiana"

Vittorio Sgarbi sarà a Firenze domani all’auditorium Attilio Monti de La Nazione

Vittorio Sgarbi sarà a Firenze domani all’auditorium Attilio Monti de La Nazione

Firenze, 17 ottobre 2019 - «I giovani? E’ difficile che amino l’arte, perché in genere gli è stata male comunicata. Però, in compenso, amano me». Vittorio Sgarbi parlerà delle opere contenute nei libri della nuova collana intitolata: «Dal Mito alla Metafisica, da Canaletto a de Chirico» domani alle 11 all’ Auditorium Attilio Monti de La Nazione in viale Giovine Italia, 17: ingresso libero fino a esaurimento posti. La collana è composta da cinque libri che saranno in edicola al sabato al prezzo di 6,90 euro oltre al costo de La Nazione. Si tratta di una nuova, importante iniziativa editoriale del Quotidiano Nazionale, il Giorno, il Resto del Carlino e La Nazione che sarà presentata da Pierluigi Masini, giornalista di Quotidiano Nazionale.

Sgarbi: di arte non si parla nè si scrive mai abbastanza .

«Dopo il successo della prima collana pubblicata in primavera dove presentavo opere da Caravaggio a Canova, torno su questo percorso attraverso due secoli di libri d’arte di pittura italiana, dal Settecento al Novecento».

La sua forza è il modo di divulgare unico e accessibile.

«Questa collana è un’estensione dei libri sull’arte italiana che forse, spero, diventeranno libri per le scuole. Dal “Il tesoro d’Italia“ sono usciti sette volumi che trattano il ’600, ’ 700 e ’800: fascicoli in cui racconto le mie riflessioni sulla grande pittura italiana. E’ l’avventura dell’arte in cui traccio una mappa dell’inestimabile patrimonio artistico del nostro territorio, ricchezza incredibile, di cui non tutti sono a conoscenza».

Libri che vanno al di là delle attrazioni turistiche?

«Certo, perché ho raccolto capolavori inestimabili diffusi in modo capillare. Calcola che in ogni due chilometri quadrati di suolo c’è una parte di questo tesoro dell’arte. Eppure gran parte viene ignorato e sciupato».

Gli autori di cui tratta?

«Inizio da un lungo rapporto che parte da Cimabue e arriva a Fontana, in questi volumi sono derivati pezzi su autori che hanno una loro identità divulgativa e narrativa. Io li come considero prove generali dell’arte per libri di testo della scuola».

E’ bello che lei pensi agli studenti delle scuole.

«Ho visto gli autori che scrivono storie per le scuole, e ho pensato che anche io potevo avere titoli e materiali per farlo. In questo caso, legate al quotidiano, le storie dell’arte sono messe in una diversa funzione, come dispense per il giornale, con una possibile elaborazione».

Secondo lei questi suoi libri a chi sono diretti?

«A chi non sa e non vuole accontentarsi delle guide tradizionali che raccontano l’arte in modo accademico. Ma soprattutto a chi vuole, attraverso la lettura, approfondire ed emozionarsi. Io leggo da sempre e continuo a farlo , penso che lo si dovrebbe fare soprattutto per riscoprire l’orgoglio di essere italiani e appartenenti a una enorme tradizione culturale».

Conta la fotografia nell’arte?

«L’arte è considerata per adulti perché è stata subordinata alla fotografia che esorbita e deborda nella seconda metà del secolo. A quel punto l’editoria diffonde una certa popolarità dell’arte. Se vai a vedere video anche su YouTube la comunicazione circola lì tra i ragazzi. Io sono una persona che ha dato una svolta all’arte, e il linea generale noto che non c’è passione dei giovani verso l’arte».

Dunque ben vengano le iniziative editoriali come la nostra.

«Di sicuro. E vorrei anche la televisione usata magari con programmi di un’ora sulla spiegazione dei quadri ogni giorno. Certamente la pratica delle dispense è stata la fortuna dell’arte: ed è anche un modo di sostenere il giornali. I libri sono sempre una bellissima immagine».  

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro