Firenze, sfrattata mamma con cinque figli

Momenti drammatici alle popolari di via Canova

La signora Nezha si dispera dopo l’avvenuto sfratto dall’appartamento di Casa Spa in via C

La signora Nezha si dispera dopo l’avvenuto sfratto dall’appartamento di Casa Spa in via C

Firenze, 10 giugno 2022 -  Case popolari di via Canova; sfrattata una madre con cinque figli, di cui due minori, e una nipotina di due anni. La misura arriva dopo un debito che si trascina dal 2018, circa 12mila euro, cui si aggiungerebbero reiterate violazioni al regolamento condomimiale. Così Nezha M., 48enne marocchina in Italia da oltre vent’anni, dopo aver fatto ospitare i figli a casa di amici, ha dormito sotto i portici di quello stesso condominio dove mercoledì si è vista sigillare la porta. Insieme a lei decine di persone, in un presidio di solidarietà, chi ha portato un materasso, chi cibo, chi vestiti e chi, soprattutto donne, anche solo un abbraccio. Una soluzione d’emergenza è stata offerta dal Comune, ma avrebbe comportato dividersi fra più strutture e la famiglia non ha accettato.

E c’è anche la precarietà lavorativa. "Sapevo che c’era lo sfratto, ma non sapevo la data, non è arrivato nessun avviso – spiega Nezha, piangendo –. Ho ricominciato a lavorare una settimana fa, come cameriera ai piani, tre giorni fa sono andata dall’assistente sociale e le ho spiegato che a fine mese avrei pagato 500 euro. Sono divorziata dal 2019, mando la famiglia avanti da sola. Voglio cambiare vita, dopo tutto quello che ho sofferto in 25 anni di matrimonio, voglio rimanere con i miei figli e andare avanti. Invece mi chiama mia figlia al lavoro e mi dice che hanno blindato la porta, sono corsa e c’era la polizia. Non abbiamo potuto prendere i vestiti, i documenti, le medicine che mi servono per diabete e asma. Sto facendo del mio meglio per pagare i debiti, però durante la pandemia non c’era lavoro. Ho fatto il percorso che mi ha chiesto il Tribunale. Ogni volta che lavoro pago, ma se sono disoccupata come faccio? Ora che ero in prova per un contratto, sono dovuta scappare per lo sfratto. Ero contenta, potevo sdebitarmi, dove trovo un altro lavoro ora? Dicono che l’assistente sociale è qui per aiutarmi, ma come?".

Si dispera Nezha e minaccia anche di fare una pazzia. Si formano capannelli di persone. Una situazione al limite, che le volanti tengono sotto controllo fin dalla nottata con ripetuti passaggi sotto il palazzo. "All’esito di un percorso durato anni per morosità e per reiterate e gravi violazioni al regolamento, che hanno avuto ricadute anche sulla vita all’interno del fabbricato e portato a numerose segnalazioni, è stato eseguito il provvedimento convalidato di sfratto. Il caso è all’attenzione di diverse istituzioni – fanno sapere da Palazzo Vecchio – Il Comune in particolare ha offerto e sta offrendo soluzioni di accoglienza alla famiglia, che non è lasciata sola". "Il rispetto delle regole all’interno degli alloggi Erp è essenziale per la civile convivenza – dice l’assessora alla casa Benedetta Albanese – Il superamento dei limiti richiede delle risposte che devono essere date di pari passo con la necessaria attenzione a tutte le fragilità".

Al presidio anche i consiglieri Antonella Bundu e Dmitrij Palagi di Spc: "Vorremo parlare con la parte politica, per capire perché ci siano dei minori per strada. Ma qui di istituzioni, da ieri pomeriggio abbiamo visto solo le forze dell’ordine. Una questione sociale trasformata in questione di ordine pubblico. Con una situazione di pericolo legata all’ex marito. Porteremo la situazione in Palazzo Vecchio".

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