Servono cento milioni per salvare la Gkn

Questa la cifra necessaria a far ripartire l’azienda. La Cgil invoca l’intervento di Fidi Toscana, la finanziaria della Regione

L’imprenditore Francesco Borgomeo, assunto da Gkn in qualità di advisor

L’imprenditore Francesco Borgomeo, assunto da Gkn in qualità di advisor

Campi Bisenzio, 4 dicembre 2021 - Cento milioni per salvare Gkn. All’indomani del tavolo di crisi al Ministero dello Sviluppo economico, sulla fabbrica di Campi arrivano un raggio di sole e di speranza. A portarli è l’imprenditore Francesco Borgomeo, assunto da Gkn Driveline Firenze (di proprietà del fondo finanziario inglese Melrose) in qualità di advisor. Presidente di Pasta Rei (azienda di Cisterna di Latina) e del gruppo Saxa Gres e capo di Irses, l’istituto di ricerca fondato dal padre che ha trasformato in società di consulenza e di intervento specializzato nella riconversione industriale, l’imprenditore nato a Firenze 54 anni fa, è pronto a rilevare la fabbrica dal 1° gennaio per poi cederla a uno dei soggetti interessati.

Al momento i possibili acquirenti sono due (ma l’advisor non esclude si possano aggiungere altre manifestazioni d’interessse: un gruppo farmaceutico importante (che non sarebbero né Menarini né Ely Lilly) e un operatore del settore energetico. Per accompagnare l’operazione ponte, l’imprenditore ha proposto la cassa integrazione per trasformazione industriale, non quindi per cessata attività come ipotizzato da Gkn. Per il passaggio delle quote, Gkn e advisor si sono dati due settimane di tempo: in questo lasso l’azienda non riaprirà la procedura di licenziamento collettivo per i 422 dipendenti (che al momento sono scesi a 390).

A detta dell’advisor, fare ripartire la fabbrica di Campi - dove si producevano semiassi per auto fino allo scorso 9 luglio – è un’operazione che vale 100 milioni di euro. "Invitalia ha già detto che non vuole starci, che fanno solo attività di monitoraggio, ma non c’è una volontà di intervento diretto" nel capitale spiega Daniele Calosi, segretario generale della Fiom-Cgil di Firenze-Prato-Pistoia. Quindi, se non c’è l’agenzia del Mise, "bisogna che ci sia la Regione Toscana attraverso la propria sua finanziaria" dice ancora Calosi riferendosi a Fidi Toscana. "Chiediamo alla Regione Toscana lo stesso impegno che abbiamo chiesto a Invitalia" ribadisce il sindacalista, adesso che "siamo ancora in una fase interlocutoria, che è forse la fase più delicata: ora ci sono 15 giorni dove l’advisor e l’azienda devono trovare quest’accordo per la cessione delle quote. Noi vogliamo capire come viene fatta l’operazione, non vorrei che fra 15 giorni l’advisor ci dicesse che non ci sono più le condizioni". Le istituzioni toscane (Regione, Comuni di Campi Bisenzio, Firenze e Città Metropolitana) in una nota congiunta, ribadiscono "di voler fare fino in fondo la propria parte" a "partire dalla Regione che ha assicurato la disponibilità ad un fattivo sostegno attraverso formazione e politiche attive".

Il governatore Giani, ieri, si è soffermato sul passaggio ponte: "Bisogna capire, se le due proposte emerse come più sostanziali, come possano essere gestite per un passaggio di proprietà dalla Gkn a chi può dare un futuro ai dipendenti e all’indotto". Il ‘ponte’ è positivo anche per Dario Nardella, sindaco di Firenze: "Una possibilità molto interessante quella di creare un ‘bridge’ che possa consentire a Gkn di lasciare la fabbrica, il sito produttivo e di mettere in condizione Borgomeo, con altri investitori e con le istituzioni pubbliche, in modo da dare vita ad un nuovo progetto industriale che garantisca la continuità occupazionale e la presenza sul territorio".

 

 

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