"Se mancano dipendenti, i motivi ci sono. Tipo di impiego, salari troppo bassi e orari"

L’analisi della sociologa e docente universitaria Tonarelli: "Prima di gridare allo scandalo, parliamo anche del reddito offerto"

Una manifestazione di protesta contro la disoccupazione giovanile

Una manifestazione di protesta contro la disoccupazione giovanile

Firenze, 15 giugno 2022 - Il rebus legato al mondo del lavoro, e la tanto chiacchierata mancanza di lavoratori, continua a tenere banco. Per provare a districarci in questa complicata selva, abbiamo parlato con la dottoressa Annalisa Tonarelli, docente dell’università di Firenze e sociologa del lavoro.

Dottoressa Tonarelli, che fotografia vede guardando le difficoltà del mondo del lavoro?

"Il tema è veramente ampio e la questione troppo complessa per essere liquidata attribuendo la responsabilità del mancato incontro tra domanda e offerta di lavoro, che pure esiste, solo ai lavoratori o ai datori di lavoro. A incidere sul mismatching, soprattutto in alcuni settori come quelli dei quali si sente parlare spesso in questi giorni, vale a dire quello dei servizi finali e al consumo sono molti fattori

Per esempio?

"Le strategie di reclutamento sono certamente un aspetto da prendere in considerazione. Spesso, nel terziario, ci si basa troppo su modalità informali, che penalizzano sia domanda che offerta. Rispetto ad altri paesi c’è un ricorso molto più limitato ai servizi per l’impiego rispetto ai quali c’è l’idea generale, sbagliata che siano servizi cui si rivolgono solo i soggetti più svantaggiati. Riguardo alle agenzie private che si occupano di selezione del personale, va ricordato che hanno un costo per il datore, che, se può, preferisce non sostenere. Inoltre tradizionalmente questi sono settori dove, valgono criteri informali di reclutamento e, talvolta anche di gestione della manodopera".

In molti additano il sussidio di disoccupazione come motivo di scarso impiego, sono secondo lei motivazioni reali?

"Credo che il mito dell’assegno di disoccupazione vada sfatato. In Italia non esiste un sussidio di disoccupazione di tipo universalistico ma solo un’indennità cui si ha diritto temporaneamente, sulla base di un principio assicurativo, quando è venuta meno una precedente esperienza di lavoro. E’ un’indennità modesta, per poco tempo, pagato con i contributi versati dai lavoratori.

E il reddito di cittadinanza?

"Il reddito di cittadinanza, invece, potrebbe potenzialmente avere un effetto disincentivante rispetto a lavori con retribuzioni basse, ma i dati ci dicono che i beneficiari sono un numero davvero basso in percentuale sulla popolazione e che spesso. Al più ci si può chiedere, e torno al primo punto, perché i servizi per l’impiego che pure entrano in gioco nel meccanismo previsto dal reddito di cittadinanza non sono in gradi di veicolare queste opportunità".

Stessa cosa per i giovani, sono davvero sfaticati?

"La retorica dei fannulloni si sente già negli anni ’70. I dati ci parlano di una sfiducia da parte dei giovani, che nonostante un percorso di studi spesso elevato non riescono a trovare un lavoro soddisfacente, questo può generare per alcuni un atteggiamento rinunciatario. Detto questo ci sono molti giovani che lavorano, anche, nel settore della ristorazione. Anche qui, i dati ci offrono una situazione varia, non possiamo generalizzare. Certo una considerazione va fatta riguardo al fatto che molto spesso i lavori in questo settore sono caratterizzati da redditi bassi e da uno status sociale fortemente svalorizzato".

Può essere il tipo di lavoro e il salario il vero problema?

"Sicuramente dobbiamo iniziare a valutare le cose sotto vari aspetti, il tipo di lavoro, il salario e gli orari, per esempio. Sicuramente i dati ci dicono che nel settore terziario la retribuzione è veramente molto bassa. Certamente il salario offerto è uno dei motivi che porta alla mancanza di dipendenti. Consideriamo che oggi in Italia si può essere sotto la soglia di povertà anche essendo occupati regolarmente, la povertà adesso riguarda anche il mondo del lavoro. Prima di gridare allo scandalo dell’assenza di lavoratori, parliamo anche del reddito offerto".

 

 

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