Scuole: "Finestre aperte e termosifoni abbassati. Come faremo?"

Pochissimi istituti hanno acquistato autonomamente i depuratori dell'aria. Al classico Galileo ci sono da un anno. La preside: "Siamo contenti della scelta fatta". Ma i più nutrono dubbi sull'efficacia di questi apparecchi

Una professoressa impegnata in classe

Una professoressa impegnata in classe

Firenze, 12 settembre 2022 - Al liceo classico Galileo, da un anno ogni aula ha il proprio apparecchio di purificazione dell’aria. “Ho investito così i fondi per l’emergenza Covid - dice la dirigente, Liliana Gilli -. Funzionano bene. Non abbiamo avuto focolai, pertanto sono contenta della scelta fatta”. Il Galileo è in tal senso una mosca bianca. La stragrande maggioranza delle scuole continuerà a tenere le finestre aperte. Con la speranza che l’inverno sia mite, altrimenti non sarà semplice conciliare il fatto di spalancare le finestre con le necessità imposte dalla crisi energetica.

“Non sarà facile contemperare le due diverse esigenze - allarga le braccia Paola Mannara, dirigente del comprensivo Beato Angelico -. Noi stiamo valutando se acquistare delle piccole stufe per le aule destinate alle lezioni di musica pomeridiane. Ad ogni modo, è tutto un po’ prematuro. Per quanto riguarda i purificatori, la questione mi pare poco chiara. Prima di sostenere un simile grosso investimento credo vada certificata la loro reale efficacia”. Stamani è tornato sull’argomento Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi. L'aerazione delle aule? "Non si e' fatto niente”, ha detto. “Sarebbe stato necessario installare degli impianti di ventilazione forzata in tutte le aule - ha spiegato Giannelli - ma parliamo di un compito oggettivamente improbo e costoso. Lo Stato avrebbe dovuto erogare dei fondi agli enti locali che avrebbero dovuto fare lavori in tutte le scuole, magari nel periodo estivo. La verità è che si tratta di interventi che andrebbero programmati con un anticipo di anni. Per questo la politica ha fatto una stima dei costi e ha deciso di lasciar perdere, aspettando che il Covid finisse".

“E’ noto che l’edilizia scolastica italiana sia inadeguata - osserva Gianni Camici, dirigente dell’Iis Cellini -. La ventilazione forzata può migliorare la qualità dell’aria. Avere volumi e superfici adeguate sarebbe ancora meglio, ma ci vorrebbero anni e anni per rifare le scuole. Nel frattempo, dallo scorso agosto è stata avviata una procedura che dovrebbe avere lo scopo di dotare gli istituti di sistemi di ricambio dell’aria. Dopo il 15 settembre verranno dei tecnici a misurare la qualità dell’aria nelle aule. Dopodiché verrà fatta una valutazione, tesa a progettare interventi per migliorare la vivibilità delle nostre scuole. Si sarebbe potuti partire prima, non c’è dubbio”.