Orrore a Scarperia, nuova ricostruzione: "Michele ucciso nel seggiolone"

Dopo il nuovo sopralluogo nella villetta di Sant’Agata, cambia la dinamica del delitto del 14 settembre: Niccolò Patriarchi potrebbe aver ucciso il figlio di un anno mentre era sul seggiolone

Il luogo della tragedia (foto Germogli) e, nel riquadro, Niccolò Patriarchi

Il luogo della tragedia (foto Germogli) e, nel riquadro, Niccolò Patriarchi

Firenze, 2 ottobre 2018 - Non sul terrazzo, dove comunque Annalisa si era rifugiata assieme all’altra bambina, ma in cucina, mentre era seduto sul seggiolone. E’ questa la dinamica che prende corpo dopo il nuovo sopralluogo effettuato ieri mattina nella villetta di Sant’Agata, teatro dell’atroce delitto del 14 settembre scorso in cui  Michele Patriarchi, un anno, è stato ucciso a coltellate da suo padre Niccolò. Ieri mattina, dunque, le porte della villetta di via San Francesco, in sequestro, si sono riaperte per far entrare i carabinieri della sezione scientifica e i difensori dell’indagato, avvocati Bagattini e Manni.

Tenuta da Csi, per non contaminare i luoghi, il sopralluogo si è concentrato soprattutto sui due punti della casa dove è andata in scena la follia omicida: la cucina e il terrazzo. Le massicce tracce di sangue sul seggiolone posizionato vicino al tavolo dove la famiglia stava cenando e aveva appena consumato del riso, unite all’esito dell’autopsia effettuata dal medico legale Gloria Manetti, fanno dunque propendere per una nuova dinamica, parzialmente divergente da quanto raccontato dalla compagna di Patriarchi, Annalisa Landi, un ricordo comprensibilmente condizionato da paura e choc.

Dal punto di vista investigativo, cambia poco. E pure da quello processuale, anche se Patriarchi, al momento, è accusato anche del tentato omicidio della compagna (che ha riportato ferite da taglio) e dell’altra figlia di sette anni. «Voleva buttare tutti nel fiume», ha detto Annalisa ai carabinieri, nelle ore successive, dal letto dell’ospedale di Borgo San Lorenzo, ricordando che è stata la gelosia per una telefonata da lei ricevuta a innescare la folle reazione. Il punto chiave della vicenda giudiziaria sarà la perizia psichiatrica sull’assassino. Per il precedente procedimento, lo psichiatra che lo ha analizzato ha concluso che trattasi di un individuo socialmente pericoloso, arginabile con delle cure. La tragedia è arrivata lo stesso, anche se non c’è garanzia che effettivamente Patriarchi seguisse il percorso terapeutico. Patriarchi è a Sollicciano, guardato a vista soprattutto dopo quell’episodio del palagiustizia, quando ha tentato di gettarsi da una balaustra.

Stefano Brogioni

 

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