Morte di Sara Scimmi, si riapre il caso: "Un'auto identificata"

Lo studio legale Emme Team di Chicago (Usa) riferisce di aver aperto un nuovo fascicolo sulla 19enne morta nella notte del 9 settembre 2017 a Castelfiorentino

Sara Scimmi

Sara Scimmi

Firenze, 23 settembre 2022 - Si riapre il caso sulla morte di Sara Scimmi. "La procura della Repubblica di Genova, su denuncia presentata dalla famiglia della vittima, ha aperto un fascicolo, a fronte delle nuove prove depositate, per omicidio volontario, oltre che per omissioni d'atti d'ufficio e altri reati". Lo dichiara in una nota stampa lo studio legale Emme Team di Chicago (Usa) incaricato dalla famiglia di Sara Scimmi di riaprire il caso della morte della 19enne che, nella notte del 9 settembre 2017 fu trovata senza vita dopo essere stata travolta da un mezzo a Castelfiorentino (Firenze).

Nuovo fascicolo

Il team di avvocati ritiene di essere riuscito dopo un anno di lavoro a "presentare nuovi e concreti elementi, iniziando dall'identificazione di un'auto, ripresa dalle telecamere di sicurezza di una stazione di servizio, coinvolta nella morte di Sara, rimasta per anni, a detta degli esperti dell'epoca, impossibile da identificare". Lo studio Emme Team avrebbe, tramite tecniche di restauro video, scoperto il modello del veicolo e ha fornito i dati in proprio possesso alla procura fiorentina. "Questo nuovo ed importante elemento, insieme con nuove prove ottenute grazie allo studio dei social network e di WhatsApp, potranno dare finalmente alla famiglia, l'occasione di portare a termine una lunga ed estenuante lotta, durante oltre cinque anni, per conoscere la verità ed ottenere giustizia", conclude la nota. Lo studio Emme Team, per assistere la famiglia Scimmi direttamente in Italia, si affida all'avvocato Antonio Guglielmelli di Napoli.

La storia

Sara Scimmi fu ritrovata senza vita nelle prime ore della notte del 9 settembre 2017 lungo la strada regionale 429 a Castelfiorentino (Firenze), all'altezza di una zona artigianale. La ragazza, all'epoca 19enne, aveva trascorso la serata in compagnia di amici in una discoteca nelle vicinanze al punto dove fu trovato il suo cadavere, disteso lungo l'asfalto. Avrebbe percorso alcune centinaia di metri per arrivare lì. Da allora le indagini permisero agli inquirenti di individuare un mezzo pesante, transitato in orari compatibili con lo svolgimento dei fatti, utilizzando i sistemi di videosorveglianza collocati lungo la strada. Da lì è seguito un processo che ha portato alla fine a scagionare, assolvendolo, con una sentenza di primo grado emessa il 19 ottobre 2021, il conducente di quel camion, un uomo di Santa Maria a Monte (Pisa). Sempre in quei giorni, la famiglia Scimmi fece sapere di essersi rivolta allo studio legale e investigativo Emme Team di Chicago (Stati Uniti) per analizzare e restaurare alcuni filmati di videosorveglianza in modo da capire se altri veicoli erano transitati in quel punto, individuando un'automobile che ora diventa elemento su cui verte la riapertura del caso. 

La sorella: "Appurare tipo di reato" 

"Speriamo sia la volta buona nella quale riusciamo a far fare indagini alla procura e alla polizia giudiziaria. C'è la possibilità che qualcuno si interessi davvero a quanto accaduto a Sara e indaghi realmente". Con queste parole Giulia Scimmi, sorella di Sara, commenta l'apertura di un nuovo fascicolo d'inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Firenze relativamente ai fatti del 9 settembre 2017 e al ritrovamento del corpo senza vita della familiare."Non è appurato che Sara sia morta solo di omicidio stradale - prosegue Giulia Scimmi -, anche sulla tipologia di reato bisogna approfondire. Auspichiamo che si riesca a capire anche il perché fino a oggi le indagini non sono state fatte in maniera approfondita e senza che venisse correttamente svolto il mestiere di inquirente". 

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