Santa Maria Novella, spunta il 'catering' illegale dei venditori abusivi

Primi, secondi e caffè serviti in strada. Abbiamo passato una mattina tra i nuovi 'chef': ecco cosa abbiamo scoperto

Firenze, piazza Santa Maria Novella: vendita abusiva di cibo (Germogli)

Firenze, piazza Santa Maria Novella: vendita abusiva di cibo (Germogli)

Firenze, 23 febbraio 2019 - Piatti caldi, panini, tè. Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Primi e secondi venduti a prezzi stracciati sulle scalinate della Basilica di Santa Maria Novella o lungo il perimetro del Museo del Novecento. Santa Maria Novella è sotto assedio. Gli chef a domicilio da San Lorenzo sono arrivati fin qui sferrando un nuovo colpo ai commercianti che pagano regolarmente tasse e permessi.

Sono almeno tre le persone che girano abitualmente con i carrelli della spesa carichi di cibo, li servono in contenitori di carta stagnola e nel pacchetto offrono anche posate e tovaglioli. «Caldo o freddo, come preferisce», sorride un uomo mostrando la teiera. Tira fuori il servizio di bicchieri in plastica, regala un sorriso e incassa un euro. Si muovono a piedi o in bicicletta con cestino e cassetta per le scorte. Ci è bastato appostarci 30 minuti per smascherare il giro di nero: infatti, oltre a vendere alimentari senza rispettare alcun tipo di norma igienica, incassano denaro senza emettere alcun  scontrino. In barba alle regole e ai soliti onesti che tirano fuori fior di quattrini per mandare avanti la baracca.

«Dallo scorso aprile - attacca Jacopo Cellai, capogruppo di Forza Italia - cittadini e commercianti segnalano un "catering" a cielo aperto. Di solito verso le 14 arrivano e portano con sé un carrello con una serie di provviste, cibo e bevande, che vendono a clienti che poi consumano sulle stesse scalinate. Persone straniere, soprattutto senegalesi a quanto pare, a volte una decina, a volte anche di più e su più "turni" che pagano il pasto e spesso lasciano i contenitori degli alimenti e delle bevande per terra. E tra queste persone in diversi appaiono venditori abusivi dato che nella sosta del pranzo appoggiano sulle stesse scalinate la merce che vendono. C'è un problema di igiene, di permessi e di immagine. Vendere cibo e bevande senza autorizzazione non è una cosa qualunque e le regole devono valere per tutti. Non si possono più tollerare queste situazioni. Esiste un regolamento di polizia urbana che va fatto rispettare. Non è possibile che a quasi un anno di distanza nessuno sia ancora intervenuto nonostante le segnalazioni».

Nel menù si trova un po’ di tutto: con meno di tre euro compri un’insalata di riso o penne al pomodoro. Il prezzo sale di un euro per pezzi di pollo con verdure. Ma a mandare sull’orlo di una crisi di nervi gli imprenditori della zona, più che il danno alle proprie casse, quello all’immagine di una delle più belle piazze della città. I bivacchi sono sotto gli occhi di tutti come i resti del ‘pranzo’.

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