Sanità e blocco delle assunzioni. "Eravamo eroi, oggi siamo sfruttati"

Continua la protesta dei dipendenti contro i tagli e il mancato rinnovo dei contratti a infermieri e Oss. In piazza Duomo Sindacale di base e Cobas per denunciare la situazione nelle aziende ospedaliere

Il presidio in piazza Duomo organizzato da Usb

Il presidio in piazza Duomo organizzato da Usb

Firenze, 1 ottobre 2021 - "Gli eroi di ieri, gli sfruttati di oggi. Il virus non ha insegnato niente". Questo è ciò che si legge sugli striscioni appesi ieri in piazza Duomo, davanti all’ufficio della Regione Toscana, dall’Unione Sindacale di Base e da Cobas Sanità, Università e Ricerca. Manifesti esposti lì durante un presidio, per denunciare nuovamente i tagli alla sanità.

Dopo aver indetto lo stato di agitazione dei lavoratori del Servizio Sanitario Regionale circa una settimana fa, infatti, i sindacati continuano a rilanciare con forza le problematiche presenti all’interno delle aziende ospedaliere.

"Siamo qui perché la Regione ha un buco nella sanità di oltre 400 milioni di euro; le Ausl hanno ricevuto un pacchetto di tagli da effettuare per cercare di risanare il bilancio e non entrare in commissariamento", spiega Stefano Corsini di Usb. I tagli, racconta il sindacalista, si concretizzano nel blocco delle assunzioni e nei contratti a termine non rinnovati: "Tutto questo dimostra il palese fallimento delle politiche sanitarie nazionali e regionali –continua Corsini –. Mi riferisco, soprattutto, all’ultima riforma della legge sanitaria toscana con l’accorpamento delle Ausl, che doveva servire per mettere in sicurezza i conti e invece ha creato un sottobosco di centri burocratici che, anzichè diminuire i costi, li ha fatti lievitare".

I sindacati chiedono lo sblocco immediato delle assunzioni: "I reparti sono in estrema sofferenza – spiega Domenica Carella, rappresentante sindacale di Cobas Sanità Pubblico Impiego dell’Aoup di Pisa – nella mia azienda ospedaliera, a fine mese, non verranno rinnovati 135 contratti fra infermieri, oss e tecnici. Siamo preoccupati per la tenuta dei servizi. Chiediamo assunzioni immediate di personale, ora costretto a saltare soste e riposi per coprire i turni mancanti".

Il presidio sotto alla Regione è stato organizzato anche per ricordare che l’11 ottobre verrà indetto lo sciopero nazionale del sindacalismo di base, in cui verranno denunciate, più in generale, situazioni di precariato, cattiva gestione post pandemia e mancanza di sicurezza sul lavoro. A proposito di quest’ultimo tema, va ricordato, in questi giorni si sta verificando una vera e propria ecatombe sui posti di impiego: "È una strage continua – afferma Massimiliano Cortese di Cobas Sanità Università e Ricerca di Careggi – dovuta dall’aumento della produzione e dalla diminuzione di norme di sicurezza. Il lavoratore stesso, pur notando irregolarità, spesso non dice nulla per paura di essere licenziato. Questo è un problema che si deve affrontare alla radice con più controlli: ce ne sono pochi e, fra l’altro, molte aziende vengono avvertite prima, in modo tale che si metta tutto in regola".