Rubò per 5 euro al supermercato. Finisce in carcere dopo 17 anni

Un 55enne bolognese senza fissa dimora portato in cella: aveva compiuto un furto alimentare nel 2006. L’avvocato d’ufficio si è dimenticato di chiedere la sospensione della pena, ma tutto il sistema è in tilt

Carcere (Imagoeconomica)

Carcere (Imagoeconomica)

Firenze, 10 febbraio 2023 - Nelle carceri italiane ci sono storie grandi e storie piccole. Sono poche le esistenze recluse che riescono a infiammare il dibattito politico. Le altre, tante, tantissime, restano invisibili. Sono le storie di quelle vite lasciate ai margini che riempiono gli istituti italiani. Storie che hanno il comune denominatore della povertà. Che non fanno rumore e finiscono dimenticate, prima nelle aule di tribunale, poi in cella. E questa è una di quelle.

Il protagonista è un uomo di 55 anni, senza fissa dimora, con precedenti, che un paio di giorni fa è stato accompagnato dai carabinieri alla Dozza, la casa circondariale di Bologna, per espiare una pena definitiva di 2 mesi di reclusione. Non un residuo di pena. Una condanna completa, a tutti gli effetti, per un reato bagatellare, commesso nel contesto di una vita di disagio. Un furtarello al supermercato, fatto per fame. Cinque euro e venti centesimi, in generi alimentari, rubati (e poi recuperati) nel novembre 2006 al supermercato Penny Market di Firenze, a cui era seguita subito una denuncia, per tentato furto, con l’attenuante della lieve entità. Dopo, per chi aveva commesso quel furto, diciassette anni, a vagare tra una città e l’altra, senza forse neppure ricordarsi di quell’episodio tanto piccolo.

Eppure, la giustizia ha fatto il suo corso. Lentissima, ai limiti del buon senso, ma inesorabile. La Procura fiorentina ha chiesto il rinvio a giudizio per quei 5,20 euro di spesa rubati, un giudice l’ha accolto. Ci sono stati i processi, di primo grado e poi d’appello. E alla fine una sentenza di condanna a due mesi. Ed è qui che qualcosa si deve essere inceppato. Perché nel mese successivo all’emissione della sentenza definitiva nessuno ha chiesto l’applicazione una misura alternativa alla detenzione in carcere. E a quel punto l’unica strada è stata la reclusione. Dura lex, sed lex.

Un paio di giorni fa, l’uomo, rintracciato dai carabinieri in una struttura che dà accoglienza a persone senza fissa dimora a Bologna, è stato arrestato. La pena era diventata definitiva, i militari dell’Arma hanno ricevuto dal tribunale di Firenze la delega per rintracciarlo ed eseguire la carcerazione. E adesso l’uomo è alla Dozza, come tutti i nuovi giunti ‘parcheggiato’ in Infermeria, per saldare il suo breve, ma obbligato, conto con la giustizia.

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