I ristoratori: "Vogliamo più piazza". L’idea di Santo Spirito per riaprire

Un progetto presentato a Palazzo Vecchio che prevede più tavoli all’aperto per garantire le distanze. Pasquale Maruca: "Vogliamo essere messi in condizione di lavorare rispettando tutte le regole"

Santo Spirito, i gestori dei locali della piazza presentano progetto per la ristorazione

Santo Spirito, i gestori dei locali della piazza presentano progetto per la ristorazione

Firenze, 7 maggio 2020 - Più suolo pubblico per tavolini e sedie. E’ la richiesta dei ristoratori di piazza Santo Spirito che si sono rimboccati le maniche e insieme ad alcuni professionisti hanno preparato un progetto, già inviato al sindaco Nardella, che gli consentirebbe di poter aprire le proprie attività e salvare i posti di lavoro. "Noi non chiediamo un’apertura anticipata – sottolinea Pasquale Maruca, titolare di Gustapanino e portavoce di ‘Ottimismo’ che raggruppa i ristoratori della piazza – ma quando il Governo deciderà che potremo farlo, al momento la data sembrerebbe essere il 1° giugno, vogliamo farci trovare pronti". Così, tutti i ristoratori della piazza hanno presentato un progetto che modifica la disposizione di tavoli e sedie in base al distanziamento previsto dalla legge ma che consente di mantenere lo stesso numero di coperti. In buona sostanza, il numero di posti a sedere resta invariato ma i ristoranti chiedono al Comune più suolo pubblico per garantire la distanza di sicurezza tra i clienti.

Piazza Santo Spirito, il luogo simbolo dell’Oltrarno, ha voglia di alzare la testa e arrivare preparata al 1° giugno, la data in cui dovrebbero poter aprire anche ristoranti, bar e pasticcerie. Gli imprenditori nella planimetria hanno calcolato anche lo spazio necessario ai mezzi di soccorso e alle forze dell’ordine. "Abbiamo pensato a una soluzione con tavolini e sedie – prosegue Maruca – da tirare fuori quando il mercato rionale chiude. Ci auguriamo che Palazzo Vecchio possa accogliere la nostra richiesta, questa è l’unica soluzione che ci permetterebbe di riaprire, di garantire la sicurezza dei nostri locali e quindi di tutelare la salute di tutti e di salvare i posti di lavoro. Ricordiamoci che più posti di lavoro salvi, vuol dire meno cassaintegrati sulle spalle dello Stato".  

Intanto il Comune ha già rinviato tutte le tasse comunali e azzerato il Cosap per il periodo delle chiusure e sta valutando di ridurre la Tari quantomeno per i minori servizi resi alle aziende interessate dai provvedimenti di chiusura. Palazzo Vecchio sta anche lavorando ad un piano che consenta nel periodo estivo e in orari predefiniti la possibilità di concedere il raddoppio dello spazio pubblico con sedie e tavolini ai locali all’aperto. Ci sono però degli scogli da affrontare: prima di tutto, per le zone del centro storico serve il parere della Sovrintendenza. Inoltre, ad eccezione delle aree pedonali, vanno fatte verifiche di compatibilità col traffico e la sicurezza stradale. Necessario infine un confronto con i residenti, solitamente preoccupati da un eccessivo utilizzo del suolo pubblico. "Non sappiamo come andrà e quando l’economia tornerà a girare ma chiediamo di essere messi nelle condizioni di poter lavorare. Nessuno dovrà essere lasciato solo – conclude il portavoce del gruppo di ristoratori -, anche le attività che, per la propria posizione, non potranno chiedere un’estensione del suolo pubblico dovranno essere aiutate in qualche modo". © RIPRODUZIONE RISERVATA

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