Ristoranti, in tanti scelgono l'apertura simbolica: “Perché a pranzo sì e a cena no?”

Gli imprenditori di TNI–Ristoratori Toscana, hanno simulato un’apertura serale col proprio personale rispettando il distanziamento e senza somministrazione. Vissani: "Ci stanno uccidendo"

Il flashmob con apertura simbolica dei ristoranti (New Press Photo)

Il flashmob con apertura simbolica dei ristoranti (New Press Photo)

Firenze, 15 gennaio 2020 - Firenze si riaccende per due ore, dalle 20 in punto, per permettere a tutti di rientrare a casa senza violare nessun tipo di regola. Per una sera, la città si è dimenticata l’incubo del coronavirus. Sono tanti gli imprenditori che hanno acceso le luci delle proprie attività da nord a sud, con tutte le insegne e le vetrine scintillanti. La musica invita a entrare e le porte sono spalancate. Dentro solo dipendenti e gestori. Non una cena della disobbedienza ma una manifestazione per riportare l'attenzione sul settore e dimostrare a tutti che se un locale è sicuro il giorno lo è anche dopo le 18. Dietro lo slogan “Perché a pranzo sì e a cena no?”, gli imprenditori riuniti del collettivo TNI – Ristoratori Toscana, hanno simulato un’apertura serale con il proprio personale rispettando il distanziamento e senza somministrazione, per dimostrare che il virus non ha orario.

“Perché un locale ‘sicuro’ alle 12 smette di esserlo alle 18? Se l’indice di contagio Rt è basso, se la regione è in zona gialla e le attività commerciali sono aperte, perché i ristoranti non possono lavorare a cena o nei fine settimana, non possono svolgere la loro attività in sicurezza, come accade per un negozio o un ufficio?”. A dirlo è Pasquale Naccari, portavoce di Ristoratori Toscana. Da Firenze Sud a Firenze Nord passando per il centro. Sono tanti i ristoratori che con le loro porte aperte hanno lanciato l'ennesima richiesta di aiuto.

“O apriamo tutti o nessuno” è chiaro Lorenzo Segre, un imprenditore fiorentino, titolare del Moyo di via de' Benci. “Il contagio non ha orario né giorno, quindi se siamo aperti fino alle 18 perché dopo no? Capiamo che per le istituzioni possa essere più difficoltoso vigilare affinché non ci siano assembramenti ma queste chiusure e aperture a singhiozzo non portano da nessuna parte” prosegue Segre. In via Borgo San Lorenzo, siamo accolti da Luigi Papa, titolare dell'Osteria del Borgo: “Vogliamo dare un segnale, in questo modo non possiamo più andare avanti. Chiediamo di metterci nelle condizioni di poter lavorare, riaprendo i confini tra le regioni e allentando le limitazioni di orario. Altrimenti, se dobbiamo rimanere chiusi o quasi, chiediamo ristori adeguati alle perdite di fatturato”.

Ad appoggiare la protesta degli imprenditori fiorentini, il famoso chef Gianfranco Vissani: “Ci stanno uccidendo, i ristoratori sono in ginocchio, tanti nostri dipendenti sono in attesa della cassa integrazione e il decreto ristori è solo una mancetta. Siamo tutti vittime di scelte insensate: il virus non ha orari, arriva quando vuole arrivare. In Germania, Giappone e altri Paesi hanno messo a disposizione centinaia e centinaia di miliardi sotto forma di aiuti mentre il Governo italiano ‘va alla guerra con cavalli a dondolo e pistole a schizzo’. Sono molto deluso da questa situazione”.

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