Il riso che rimbalza: c’è la plastica. Bloccata la vendita nei minimarket

L’ipotesi dei Nas: scarti industriali nel prodotto sfuso. Aperto fascicolo

Nelle balle di riso provenienti dall’Africa sono stati trovati chicchi di plastica

Nelle balle di riso provenienti dall’Africa sono stati trovati chicchi di plastica

Firenze, 23 agosto 2017 -  INSOSPETTITO dalla fiammata che ha fatto cadendo sul fornello, ha plasmato una pallina con il riso che stava cuocendo e l’ha sbattuta per terra. Immaginava qualunque reazione, ma probabilmente non quella che la sua cena avrebbe «rimbalzato» sul pavimento.

UNA MAGIA? No, una gravissima adulterazione, secondo i carabinieri del Nas che hanno «bloccato» la messa in vendita del prodotto e trasmesso la notizia di reato in procura: dentro al riso, infatti, ci sarebbero dei chicchi di plastica.

Si tratta di una partita di riso che viene venduto sfuso in alcuni minimarket etnici del centro. I carabinieri infatti non si sono limitati a interrompere la vendita del prodotto contenuto nel «ballino» da cui era stato acquistato il riso, ma hanno ampliato l’attenzione agli altri negozi che si riforniscono dello stesso prodotto, onde evitare che la diffusione del riso alla plastica.

Ma com’è possibile tutto ciò?

L’INDAGINE per frode nei prodotti alimentari, condotta dal pm Filippo Focardi, è soltanto all’inizio, ma un’idea, i militari del nucleo antisofisticazione, se la sono fatta. Ufficialmente, il riso risulta provenire dall’Africa, ma già questa potrebbe essere la prima truffa. Il prodotto potrebbe sì essere entrato in Italia dal continente nero, ma in virtù di una triangolazione con la Cina, dove sarebbe stato effettivamente imbustato.

Le leggi in materia alimentare, infatti, prevedono controlli assai più stringenti sui cibi provenienti dall’Asia.

Se il riso fosse arrivato direttamente dalla Cina, forse, la truffa alla plastica sarebbe stata scoperta prima che il prodotto fosse finito in pentola.

Ma cosa sono quei chicchi «finti»?

Sempre secondo le ipotesi degli inquirenti, i pezzi di plastica sarebbero degli scarti di lavorazioni industriali, che i produttori avrebbero intenzionalmente acquistato, a prezzi irrisori (meno di quanto costi il vero riso), per «allungare» i quantitativi delle balle destinate all’estero, in questo caso in Africa. Resta ancora da capire in che percentuale.

NEL CASO del cliente che acquistato la porzione di riso in un market etnico del centro di Firenze, la concentrazione di plastica era particolarmente elevata, a giudicare dal «fenomeno» che gli si è palesato davanti agli occhi.

Il riso accidentalmente caduto sulla fiamma ha infatti preso fuoco e ciò che sta cuocendo è diventato una pallina a tutti gli effetti.

Meglio non pensare a ciò che potrebbe accadere se messo in bocca e masticato.

stefano brogioni

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