Cosimo Caviglioli è un medico, una delle colonne del pronto soccorso di Careggi. Per lavorare in ospedale il giorno di Natale ricevete un’indennità di 17,85 euro...
"Per noi Pasqua, Capodanno, Natale o qualsiasi altra festività fa lo stesso. Da quando abbiamo cominciato a lavorare abbiamo messo in conto di doverne lavorare una o più. Non certo per il riconoscimento economico, che è poco più di un giorno normale. Fa parte della nostra professione: a Natale ci si ammala come in tutti gli altri giorni e i pazienti hanno bisogno delle nostre cure. La rinuncia più grande è non trascorrere la festività con i propri cari".
E lei come spiega alle sue tre figlie che babbo e mamma (medico) non ci sono...
"Sono cresciute così. Quando sono nate io ero già qui a Careggi. Per le mie figlie è normale che il babbo o la mamma non ci siano. Quest’anno succederà di nuovo. Si festeggia quando stacco dal turno di lavoro".
Qual è il clima al pronto soccorso?
"Ci sono due aspetti diversi. Quello professionale, contraddistinto dalla serietà imposta dalle cure. Anche se si sente il clima di festività. Un’atmosfera che non è uguale a quella degli altri giorni. Fra noi colleghi ci sentiamo molto più uniti, proprio per la rinuncia che stiamo facendo a stare lontani dalla famiglia. Si condivide lo spirito di collaborazione con i colleghi e la vicinanza con chi sta soffrendo".
L’ultimo dell’anno cosa succede a mezzanotte?
"Se non ci sono criticità da gestire il personale si ferma un attimo, giusto per un brindisi simbolico (senza apertura di bottiglie), uno scambio di auguri. Che a Natale avviene la mattina quando si arriva"".
E con i pazienti?
"Naturalmente la massima attenzione va a chi sta male. Ma è un momento eccezionale: condividiamo lo scambio di auguri con tutti i pazienti in condizione di farlo".
Ilaria Ulivelli
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