"Toscana, rientro a scuola con l'ipotesi Dad. Ma i docenti non hanno la formazione giusta"

Poche vaccinazioni tra gli studenti. “O si vaccina o si torna in Dad”, la previsione di Alessandro Artini, presidente toscano di Anp, l'associazione nazionale presidi

Alessandro Artini

Alessandro Artini

Firenze, 16 luglio 2021 – Pochi ragazzi toscani vaccinati e tra due mesi inizia la scuola. Si rischiano gli stessi problemi dello scorso anno? Abbiamo posto la domanda ad Alessandro Artini, presidente toscano di Anp, l'associazione nazionale presidi.

A settembre si torna in Dad? «In molte scuole toscane, e italiane, la distanza di un metro tra gli studenti non c'è. Quindi le alternative sono due: o prendiamo atto dell'incapienza degli ambienti scolastici e lasciamo a casa una parte degli studenti, in modo che in classe si garantisca la distanza di sicurezza, oppure bisogna procedere velocemente con le vaccinazioni anche tra i ragazzi. La maggior parte dei genitori non sono però disponibili a vaccinare i minori. Non si fidano, chiedono rassicurazioni, ma dal ministero arrivano tentennamenti»

E' d'accordo con introdurre il green pass nelle scuole? «Diciamo che è ragionevole parlarne per incentivare le vaccinazioni. Non so se in Italia sia da adottare il modello francese, ma occorre comunque mettere in campo una 'moral suasion', anche introducendo la certificazione verde in tutti i luoghi di assembramento».

Dalle prove Invalsi è emerso che uno studente su due è impreparato. Un nuovo anno di didattica a distanza che impatto avrà? «Intanto una premessa: la didattica a distanza non è la sola e principale causa dei risultati dell'Invalsi. Certo, la dad ha i difetti che conosciamo tutti. Un'indagine della Fondazione Agnelli ha chiarito ad esempio che nelle lezioni a distanza sono state riproposte pari pari le forme della didattica in presenza, con lunghe spiegazioni, poche interazioni con gli studenti. I docenti non avevano la formazione necessaria».

E a settembre saranno pronti? «Non hanno fatto formazione. La legge sulla buona scuola, la 107 del 2005, prevedeva che la formazione per i docenti fosse obbligatoria, continuativa e strutturale. Con i recenti contratti siglati da ministeri e sindacati di fatto questo obbligo è decaduto, perché la formazione è stata affidata ai collegi dei docenti. Quelli più volenterosi si sono guardati bene dal disturbare quelli meno volenterosi».

Sarà un rientro a scuola con il caos trasporti? «Difficile fare previsioni, ma il rischio c'è. Ci sarebbe bisogno di una riorganizzazione radicale dei mezzi pubblici, che però non c'è stata».