Nel Chianti affiorano i resti di un castello medievale

La straordinaria scoperta nell'area della Pieve di San Pietro in Bossolo durante gli scavi autorizzati dalla Soprintendenza e finanziati dal Comune di Barberino Tavarnelle

il team che effettua e dirige lo scavo

il team che effettua e dirige lo scavo

Barberino Tavarnelle (Firenze), 13 luglio 2020 - Straordinaria scoperta alla Pieve di San Pietro in Bossolo. Gli scavi in corso ormai da alcuni giorni, hanno permesso di rinvenire strati di terra giallognoli, altri più scuri e compatti, vuoti lasciati da possibili travi di legno, tracce di strutture murarie, alcune delle quali crollate, altre ricostruite, frammenti di oggetti legati alla vita quotidiana. Le ricerche di scavo in corso che andranno avanti fino a venerdì 17 luglio, sul poggio che circonda la millenaria pieve, culla della prima comunità cristiana sorta nel territorio, lasciano affiorare la presenza di un insediamento probabilmente medievale, come attestano le tipologie di strutture murarie e reperti ceramici fin qui messi in luce che hanno un orizzonte cronologico anteriore al XIV secolo. L'indagine è promossa e finanziata dal Comune di Barberino Tavarnelle, in collaborazione con la Soprintendenza archeologica Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e Provincia di Pistoia e Prato. Il team di lavoro che sta eseguendo lo scavo è composto dagli archeologi Chiara Molducci, Francesca Cheli e Lapo Somigli della società cooperativa Laboratori Archeologici San Gallo e del consigliere comunale, nonché archeologo, Giannino Pastori. Il lavoro permette agli studiosi fiorentini e agli amministratori comunali di Barberino Tavarnelle, promotori di cultura e archeologia pubblica in tempo di Covid, di capire chi ha abitato la terra intorno alla Pieve e come la comunità locale ha vissuto quei luoghi nel tempo, nelle diverse fasi che hanno attraversato le vicende della campagna chiantigiana, in che modo essa ha fatto parte di un più ampio quadro storico che estende il percorso conoscitivo dal contesto locale all'orizzonte europeo. Grazie al supporto prezioso della Sovrintendenza, ed in particolare del dottor Michele Bueno, l'investimento voluto e realizzato dal Comune di Barberino Tavarnelle ha ottenuto una concessione di scavo per la durata di un triennio. "Abbiamo deciso di intervenire in quest'area perché, sulla base di quanto attestato da fonti scritte e testimonianze documentarie - spiega il sindaco David Baroncelli - si ipotizza la presenza dei castelli di San Pietro e San Giovanni, riferibili il primo all'XI secolo, il secondo intorno al XIII secolo, entrambi di proprietà del vescovo di Firenze. L'obiettivo di questo studio è molteplice: non solo cerca di capire e conoscere la vita delle persone del tempo ma si propone di esaminare le relazioni che intercorrono tra la Pieve e i possibili precedenti abitati romani e tardoantichi. L'indagine su San Pietro offre infatti la possibilità di analizzare come la pieve, collegata territorialmente al punto di passaggio del tracciato romano, si inserisca in un contesto tardo antico e diventi riferimento amministrativo e religioso delle comunità locali". Ciò che fa supporre stretto il legame tra la pieve e i precedenti abitati romani è anche il ritrovamento di laterizi e materiali romani tardo antichi, emersi nel corso della precedente campagna di scavo condotta sempre in loco nel 1967 a cura di appassionati di storia e memoria locale. "Al momento, scavando stratigraficamente, sono emerse strutture riferibili a un abitato non sappiamo ancora se fortificato - fa sapere la direttrice di scavo, l'archeologa medievista Chiara Molducci - pensiamo che possa essere riferibile al più recente dei castelli citati dalle fonti scritte, quello di San Giovanni, costruito in una fase successiva a quella di San Pietro. Abbiamo ritrovato anche materiali costruttivi riferibili al periodo tardo antico romano probabilmente tratti dal recupero di strutture antiche riutilizzate in quelle medievali. Il nostro percorso si propone di scavare con metodo scientifico e intercettare le tracce lasciate nel terreno per ripercorrere tempi e modi di un abitato di circa 800 anni fa e come la vita ha messo radici in questo luogo nel corso dei secoli". Quanto ai prossimi passi è la presidente della Cooperativa Laboratori archeologici San Gallo Chiara Marcotulli ad anticipare i campi d'azione e le finalità degli interventi. "Nei prossimi anni estenderemo il raggio della ricerca su alcune aree individuate dello scavo spostandoci a sud-ovest per capire meglio come le strutture che abbiamo individuato si impostino su quelli che sembrano i crolli degli edifici precedenti - precisa l'archeologa - e stabilire se tali strutture si riferiscano al castello del secolo undicesimo o, addirittura, ad un abitato precedente di origine tardoantica, cercheremo di approfondire inoltre lo studio delle tracce di vita relative all'abitazione medievale rinvenuta. Inoltre, continueremo ad approfondire lo studio delle tracce di vita relative all'insediamento medievale già messo in luce". I risultati di questa prima tranche di scavi, saranno presentati al pubblico domenica 26 luglio alle ore 21. È una delle Notti dell'Archeologia, ciclo di aperture straordinarie dei musei, promossa dalla Regione Toscana e organizzata in collaborazione con il Sistema Museale Chianti Valdarno e l'associazione Amici del Museo d'Arte Sacra di Tavarnelle e la Proloco di Barberino Val d'Elsa Gruppo archeologico Achu presso il museo d'arte sacra di Tavarnelle. Per info ed iscrizioni: 348 3815706 - [email protected]. Ilaria Biancalani

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