Renzi e l’affaire Open: qualcuno chieda scusa

Il leader di Iv attacca procura e giornali dopo la sentenza che ha ritenuto illegittimi i sequestri ai finanziatori della Fondazione

Migration

Lo scossone ai pm che i giudici della Cassazione hanno deciso sulla vicenda della Fondazione Open che per anni ha raccolto i fondi per finanziare la Leopolda, la manifestazione che ogni anno Matteo Renzi organizza a Firenze, è un passaggio importante. Così Renzi è pronto a battere i pugni sul tavolo anche se ancora non si conoscono le motivazioni che hanno portato i giudici ad accogliere i ricorsi presentati da David Serra e Marco Carrai. Per il primo è stata ordinata la restituzione di tutti i beni confiscati dalla guardia di finanza, per il secondo la Suprema Corte ha ordinato un rinvio per una seconda discussione al tribunale del Riesame per verificare la legittimità dei sequesti effettuati.

"Dieci mesi fa – ha postato ieri sui social Renzi – centinaia di finanzieri inviati dalla Procura di Firenze hanno perquisito le case di cittadini non indagati ‘rei’ di aver finanziato in modo legittimo e trasparente la Leopolda. Per settimane i giornali, i politici, gli addetti ai lavori hanno parlato di quella vicenda: il caso Open. Ora la Cassazione ha stabilito che le perquisizioni erano illegittime: la Cassazione!". Difficile per il leader di Italia Viva contenere l’amarezza. "In un mondo normale – ha aggiunto – oggi qualcuno dovrebbe scusarsi per le tonnellate di fango che ci hanno buttato addosso. Non succederà e noi andremo avanti col sorriso e senza rancore. Ma chi pagherà per il danno politico, economico, mediatico, umano che abbiamo subito?".

Va detto che se dieci mesi fa, poco dopo la nascita di Italia Viva il caso Open è stato usato dagli avversari come una clava contro la nuova creatura renziana, ora la decisione della Cassazione è una spinta poderosa sul fronte delle prossime Regionali che Renzi sta combattendo in prima persona e fino all’ultimo voto in tutta Italia, non solo in Toscana. Ieri sera da Salerno ha commentato: "Italia Viva compie un anno domani (oggi per chi legge ndr). In questo anno abbiamo avuto tante discussioni, tante polemiche, pensate soltanto a questa vicenda incredibile che in queste ore si sta svelando. Per 10 mesi siamo stati sotto attacco e poi oggi la Cassazione ha detto che le perquisizioni erano illegittime". E ancora: "Su Italia viva si è concentrato un fuoco di sbarramento incredibile e tuttavia Italia Viva è fatta di donne e uomini straordinari che stanno dando l’anima e stanno facendo un lavoro incredibile". Con una chiosa finale che sembra suonare come un monito: "Il tempo è galantuomo, certo, ma le cicatrici lasciano il segno".

Pa.Fi.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro