Renzi compra casa e scoppia la polemica

Preliminare di 1,3 milioni di euro per un villino in via Tacca

Il senatore Matteo Renzi  a Palazzo Madama

Il senatore Matteo Renzi a Palazzo Madama

Firenze, 30 giugno 2018 - Riflettori ancora puntati sull’ex sindaco, ex premier, ex segretario del Pd e oggi senatore semplice Matteo Renzi. Stavolta è finito alla ribalta del quotidiano «La Verità» per l’acquisto di una «villa indipendente» in via Pietro Tacca, via che si inerpica sulla collina del piazzale Michelangelo, fra l’impianto sportivo degli Assi e il Pian de’ Giullari. Il 13 giugno Renzi e sua moglie Agnese hanno firmato un preliminare d’acquisto per la casa e un terreno agricolo (di 1580 mq) per un milione e 300mila euro. Per la caparra la coppia ha già versato 400mila euro ed entro il prossimo 31 luglio firmerà il rogito definitivo. L’immobile consta di «220 mq su due livelli» e sarà oggetto di una ristrutturazione. A vendere è la famiglia Puccini, Giusto Puccini è docente di diritto pubblico e presidente della Scuola di Scienze politiche di Firenze ed è anche il padre dell’attrice Vittoria.

Se la denuncia del quotidiano di Belpietro punta sull’aspetto economico («A gennaio Renzi ha detto in tv di avere 15.859 euro nel conto corrente»), a mettere gli occhi sulla compravendita è anche il capogruppo di Fratelli d’Italia in Palazzo Vecchio, Francesco Torselli, che lunedì chiederà in consiglio comunale «come mai la sanatoria edilizia presentata il 23 aprile 1986 per la villa di via Tacca abbia avuto risposta solo 31 anni dopo con la concessione edilizia 3150/2017». E anche «come mai, dopo quattro anni di attesa e vari esposti alla magistratura dei residenti, solo pochi giorni fa si sia sbloccata la battaglia perchè la strada privata potesse essere dotata di una sbarra».

L’ufficio stampa di Renzi, intanto, chiarisce che «l’ex premier non ha concluso né l’acquisto di un’abitazione a Firenze, né la vendita dell’abitazione di Pontassieve. Quando il percorso sarà concluso, tutte le informazioni saranno rese pubbliche, come peraltro prevede la normativa per la trasparenza dei parlamentari».

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