Reddito di cittadinanza? "A chiederlo solo i rom"

In fila ai Caf soprattutto residenti del Poderaccio

Ragazza al computer (foto repertorio)

Ragazza al computer (foto repertorio)

Firenze, 20 novembre 2018 - Dai 30 ai 50 anni, disoccupati o persone seguite dagli assistenti sociali. E’ l’identikit dei fiorentini che si rivolgono ai centri di assistenza fiscale chiedendo lumi sul reddito di cittadinanza. Che pare dovrà entrare in vigore a primavera del 2019, ma del quale ancora si sa poco e niente. "L’unica cosa che sembra certa è che per richiedere il reddito di cittadinanza – spiega Gianni Pinzauti, responsabile del Caf Uil di Firenze – le persone dovranno rivolgersi direttamente al Comune. E’ questo che diciamo a chi arriva ai nostri sportelli chiedendo informazioni. Per il resto, non possiamo aiutarli molto. Non sappiamo ancora se per esempio servirà presentare l’Isee".

Il sussidio sarà rivolto anche ai pensionati, ma almeno ai Caf Uil non sono loro a chiedere quando potranno beneficiare del reddito di cittadinanza e a quanto ammonterà. «Non sono gli anziani a rivolgersi ai nostri sportelli, ma persone relativamente giovani, dai 30 ai 50 anni, che hanno perso il lavoro e che spesso sono seguite dagli assistenti sociali», fa presente Pinzauti. Anche molti rom sono interessati al reddito di cittadinanza.

«Arrivano dal Poderaccio o dall’Olmatello – dice il responsabile del Caf Uil – per fare l’Isee. Capita spesso che, contestualmente, ci facciano delle domande sul reddito di cittadinanza». Non c’è però l’assalto agli sportelli. «Se esce un articolo su un giornale o un servizio alla tv – aggiuge Pinzauti – allora il giorno dopo qualcuno si presenta». Per ora in pochi si sono rivolti anche ai Caf di Cgil e Cisl. «Non mi risultano grandi richieste», afferma Daniele Mercati, amministratore delegato dei Caaf Cgil della Toscana.

«Nemmeno da noi», risponde Monica Azzini, responsabile dei Caf Cisl di Firenze, che cita un articolo pubblicato da Italia Oggi secondo cui il reddito di cittadinanza non ammonterebbe nemmeno ai 780 euro massimi al mese, ma a 94 euro mensili. Se dunque mancano pochi mesi al via al sussidio – pare entro il primo trimestre 2019, con un decreto ad hoc che sarà pubblicato entro dicembre – ancora ci sono diversi nodi da sciogliere, a partire da quello delle risorse disponibili. Secondo le anticipazioni dei contenuti del decreto, i beneficiari del reddito saranno i maggiorenni disoccupati e inoccupati e pensionati in povertà assoluta, che non dovranno avere un Isee familiare superiore ai 9.360 euro.

I 780 Euro sono la quota massima del sussidio, che andrebbe ad una persona che vive sola, senza redditi da lavoro e senza casa di proprietà. Il reddito sarà erogato su una carta ricaricabile e il cittadino dovrà rivolgersi al Comune per richiederlo. La durata del sussidio dovrebbe essere di 18 mesi, con possibilità di proroga per altri 18 mesi, fino dunque ad un totale di tre anni. Insieme al sussidio, il cittadino dovrà darsi comunque da fare e accettare almeno una delle tre proposte di lavoro ‘eque’, ovvero in linea con il curriculum e con sede vicina alla residenza, pena la perdita del reddito di cittadinanza.

Monica Pieraccini

 

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