Sequestrata e rapinata in taxi

Autista sotto choc: "Mi ha puntato una pistola alla testa"

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Firenze, 31 marzo 2019 - E’ scossa la tassista sessantenne che ieri, poco dopo le 5 di mattina, è stata rapinata da un uomo di origini nordafricane. Non vuole parlare. A un suo collega fa sapere che ha "fiducia nelle forze dell’ordine, ma non nella giustizia".

Pur essendo una tassista di esperienza, che guida la sua auto bianca da tanti anni, non se l’aspettava di ritrovarsi nella sua città, mentre lavora, con una pistola puntata alla testa. La chiamata è arrivata alla centrale radio del 4390 alle 5.17. La tassista si reca all’Otel, il locale in via Generale dalla Chiesa, dove la sta aspettando l’uomo che ha prenotato il taxi. Sale a bordo e chiede alla donna di dirigersi al Girone. Una volta arrivati nei pressi, la invita a entrare in una strada secondaria, quindi, puntandole la pistola alla testa, le intima di darle l’incasso.

Lei ha pochi soldi, meno di 100 euro, perché è appena entrata in servizio, alle 5 di mattina. L’uomo vuole anche il cellulare, ma quando vede che è un iPhone, forse per paura di essere rintracciato, glielo lascia. La tassista si aspetta a questo punto che lui scenda dall’auto e se ne vada. Invece, l’agonia non è finita. Lui non se ne va dal taxi e i secondi diventano ore.

"Torna a Firenze. Portami a casa", le intima. La tassista riparte, fa un tratto di strada, poi, esausta, inizia a stare male e lo implora di lasciarla andare. Il tempo scorre lentissimo, ma finalmente la donna può tirare un sospiro di sollievo: il rapinatore scende dall’auto e si allontana. Una notte da incubo, che la tassista non dimenticherà. L’uomo è ricercato e dalle telecamere di sicurezza del taxi forse potrà essere identificato.

"Purtroppo il pericolo è diventato la nostra quotidianità", commenta il presidente del 4390 Taxi Firenze, Luca Tani. "Ringraziamo il lavoro delle forze dell’ordine, che apprezziamo. Quando siamo in difficoltà sono i primi a intervenire. Ma anche quando questi criminali vengono fermati, dopo due giorni sono di nuovo in giro e noi, mentre espletiamo un servizio pubblico, siamo alla mercé di chi monta sui nostri taxi".

"La collega sta bene, e questa è la cosa importante, ma il caso pone un interrogativo dal delicato risvolto sociale: questo signore di origini nordafricane era dunque in discoteca con una pistola?", si chiede il presidente di Uritaxi, Claudio Giudici. E mentre a Milano è stato da qualche giorno arrestato un rapinatore seriale che terrorizzava i tassisti, anche a Firenze il caso non è certo isolato. Un’altra rapina è avvenuta un anno fa, alle Cascine: un uomo, puntando un cacciavite alla gola del tassista, gli prese soldi e cellulare e tentò in quell’occasione di rubare il taxi, ma rinunciò e scappò a piedi perché, essendo un mezzo ibrido con cambio automatico, non lo sapeva usare.

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