Ragazzi violenti a Villa Vogel. Non è stato il primo caso

Tea, la giostraia: "Meglio rispetto al passato, però la tensione c’è ancora". Burgassi, politiche giovanili Q4: "Ma le baby gang sono ben altra cosa"

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Il caso dei due minorenni pestati a Villa Vogel da un gruppo di otto coetanei fino a mandarli in ospedale ha riacceso il dibattito sul fenomeno della violenza, soprattutto giovanile, nel parco e più in generale intorno a via Canova. Non è stato il primo in anni recenti: a gennaio 2020 tre giovanissimi senza fissa dimora, il più piccolo aveva appena 14 anni, il più grande 17, rubarono le chiavi di un’auto nel parco, che fu ritrovata a Pisa, scatenando il sospetto che i tre avessero guidato in superstrada per quasi cento chilometri. La gang fu arrestata giorni dopo e riconosciuta responsabile di vari crimini in zona: l’aggressione a pugni a una 20enne per rapinarla dello smartphone; l’indomani rapinarono del giubbotto un bambino di 12 anni minacciandolo con un cutter; infine intimarono a un 13enne di procurare loro mille euro e, visto che si rifiutò, pestarono suo nonno. La notte del 22 agosto 2019, invece, si scatenò una maxirissa, con l’arrivo di più gruppi in supporto della propria fazione, fino a coinvolgere una settantina di persone di cui una ventina a darsele di santa ragione. Il parco fu posto sotto stretta sorveglianza nei giorni successivi, ma come la morsa si allentò, nel solo mese di settembre il titolare delle giostre subì tre episodi tra furti e danneggiamenti. Questo dopo che, a maggio, la situazione si era già fatta bollente: un gruppo di genitori denunciò bullismo e minacce ai figli nei giardinetti di zona, in primis quello della biblioteca, da parte di una banda di ragazzini di cui alcuni di origine rom; la questione sbarcò sulle cronache nazionali, si accese la querelle politica che sfociò in manifestazione e contromanifestazione: da una parte chi urlava al degrado e al problema sicurezza, dall’altra chi al razzismo.

Con la pandemia i fatti di cronaca nera sembravano finiti, ma con il ritorno delle uscite serali, si è presentato anche il caso di lunedì che riattizza il dibattito. Anche se, lontano dalle suggestioni del momento, il parco non è un ghetto urbano in mano alle bande: vissuto dalla comunità, è il più ricco di eventi del Quartiere 4, che proprio qui ha sede. Rispetto ad alcuni anni fa la situazione è molto tranquilla, spiega Tea Moruzzi, la giostraia, però con alcuni ragazzi più sbandati i momenti di tensione non mancano: maleducazione e persino atti vandalici notturni: "Ci danneggiano la roba ed entrano nei tappeti dei salti".

"Un fatto grave che condanniamo e confidiamo che l’indagine delle forze dell’ordine possa risalire ai responsabili, anche grazie alle immagini delle telecamere volute dall’amministrazione – commenta il presidente della Commissione politiche giovanili del Q4, Marco Burgassi – Non sottovalutiamo l’episodio, ma non pare riconducibile a baby gang: il gruppo di ragazzi che frequentano abitualmente il parco ha subito cercato i nostri operatori di strada. Anche quest’estate, ci impegneremo per attività culturali e di socialità per giovani e famiglie, interventi di sicurezza e occasioni di socialità devono stare insieme. L’attività educativa di strada è fondamentale, mi fa piacere segnalare che alcuni dei ragazzi coinvolti nei progetti sabato erano volontari alla cena in favore della Rete di Solidarietà".

Carlo Casini

 

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