Carabinieri accusati di violenza sessuale, la procura militare chiude le indagini

L'inchiesta della procura militare è parallela a quella della procura ordinaria di Firenze che indaga sul presunto stupro denunciato da due studentesse americane

Aula bunker, le ragazze americane dopo l'interrogatorio

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Firenze, 1 dicembre 2017 -  La procura militare di Roma ha chiuso le indagini di sua competenza sui due carabinieri accusati di aver violentato due studentesse americane a Firenze.

Lo apprende l'ANSA da fonti qualificate. Nell'avviso di conclusione indagini - che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio - i reati contestati al carabiniere scelto Pietro Costa e all' appuntato scelto Marco Camuffo sono quelli di concorso in violata consegna continuata e aggravata e di concorso in peculato militare aggravato. Le indagini sono state coordinate dal procuratore Marco De Paolis e dal sostituto Antonella Masala.

L'inchiesta della procura militare, avviata a metà settembre, è parallela a quella della procura ordinaria di Firenze che indaga sul presunto stupro denunciato dalle due studentesse, che hanno detto di essere state violentate dai due carabinieri, mentre erano ubriache, in un palazzo del capoluogo toscano la notte tra il 6 ed il 7 settembre scorso.

Il procuratore capo De Paolis e il sostituto procuratore Masala si sono occupati esclusivamente dei reati previsti dal codice penale militare, senza dunque entrare nel merito delle accuse di stupro, ed ora si accingono a chiedere il rinvio a giudizio per violata consegna e peculato militare. Il primo reato, in particolare, riguarda una serie di violazioni contestate ai due carabinieri: l'aver fatto salire a bordo dell'auto di servizio le due studentesse «senza autorizzazione alcuna, in assenza di ragioni di servizio e senza comunicare alcunché alla centrale operativa»; l'aver «sostato all'interno di un privato edificio» (quello dove sarebbe avvenuta la violenza - ndr) «in assenza di esigenze di servizio e per fini meramente privati, per circa mezzora, lasciando l'autovettura incustodita sulla pubblica via con all'interno le armi lunghe»; l'aver modificato «arbitrariamente» l'itinerario previsto nel loro ordine di servizio (nel quale nulla è stato annotato), portandosi in un settore di competenza di un'altra forza di polizia. Inoltre, sempre secondo il capo di imputazione, i due carabinieri avrebbero violato con la loro condotta una serie di disposizioni che disciplinano lo «svolgimento dei servizi esterni automontati».

Per quanto riguarda, invece, il reato di peculato militare, questo si sarebbe concretizzato - secondo l'accusa - nell'essersi appropriati dell'autovettura di servizio «effettuando il tragitto da Piazzale Michelangelo a Borgo Santi Apostoli per fini diversi da quelli istituzionali e comunque non consentiti». 

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