Caso-americane: verbali e controlli. Nei telefonini la verità su quella notte

Il carabiniere Camuffo al Pm: «Abbiamo solo fatto i maschietti...»

Aula bunker, le ragazze americane dopo l'interrogatorio

Aula bunker, le ragazze americane dopo l'interrogatorio

Firenze, 25 novembre 2017 - Il numero di telefono del carabiniere accusato di violenza sessuale nel telefono di T., la sua presunta vittima. Colpo di scena? In realtà, il backup effettuato sullo smartphone della giovane studentessa americana rischia di trasformarsi in un boomerang per gli stessi indagati. Nel verbale dell’interrogatorio reso al pubblico ministero Ornella Galeotti lo scorso settembre, Marco Camuffo, appuntato scelto, dice, quasi testualmente,: «Ci siamo rivestiti e ci siamo salutati. Lei mi ha chiesto il numero di telefono. Ho preso il suo telefono e gliel’ho memorizzato con la rubrica con il nome Marco». Che ci fosse il numero di telefono nella memoria dell’IPhone di T., i legali dei carabinieri lo hanno appreso dagli atti: il pubblico ministero ha infatti fatto fare un backup completo di tutto ciò che era presente nei due telefoni al momento in cui le due ragazze hanno testimoniato in procura. 

Ma dallo stesso accertamento risulta anche l’ora in cui Camuffo avrebbe digitato il suo numero nello smartphone della ragazza che lo accusa di aver abusato di lei. E non è compatibile con quanto da lui raccontato: la digitazione è avvenuta nella fase dell’«amicizia» tra le due studentesse e i militari in servizio, dunque prima di ciò che è successo nel palazzo, che Camuffo riassumerà al magistrato: «Abbiamo fatto i maschietti». C’è di più: la fotografia ‘accidentale’ scattata per sbaglio dal telefono di T., in cui si vede nitidamente l’uniforme del carabiniere, non è stata effettuata in discoteca, come sembrava inizialmente, ma nell’androne di casa delle studentesse. Ma quella foto - rivela ancora il backup sul dispositivo - è comunque successiva alla memorizzazione del numero di ‘Marco’. 

Ma perché T., nel lungo, tormentato e spigoloso incidente probatorio di mercoledì scorso al l’aula bunker è stata ‘colta di sorpresa’ su quel numero e ha risposto «non ricordo di averlo memorizzato»? Proprio perché il numero è stato memorizzato personalmente da Camuffo come da lui stesso ammesso nel suo interrogatorio. Infatti, il telefono di T. è quello con cui è stato chiamato il taxi: secondo la versione delle ragazze i due carabinieri sarebbero usciti un attimo dal locale per chiamare la centrale taxi mentre T. e C. non venivano fatte uscire perché avevano dei drink in mano che non potevano essere portati all’esterno. Una voce maschile (probabilmente quella del carabiniere Pietro Costa, l’altro indagato) chiede due volte «Un taxi al Flo’», poi la comunicazione s’interrompe e nessuno richiama.

Ma non sono mancate le polemiche riguardo alla presenza di T. da Bruno Vespa a Porta a Porta. Il legale di Costa, avvocato Giorgio Carta, quello delle domande su slip e sensazioni, evidenzia la contraddizione: «L’abbiamo protetta nell’incidente probatorio e poi è andata in televisione».

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