
Quello ’Scorrettissimo’ Paolo Rossi show
di Barbara Berti
Il teatro, dopo tutto quello che è successo e sta succedendo, deve tornare a essere un luogo di relazioni sociali dove lo spettacolo non è altro che una calamita intonata al pubblico". Parola dell’attore Paolo Rossi (69 anni), che stasera e domani (ore 21) è di scena al Teatro Puccini di Firenze con il suo nuovo spettacolo "Scorrettissimo me - Per un futuro, immenso repertorio", che unisce stand up a commedia dell’arte e commedia greca. Ad accompagnare Rossi le musiche dal vivo di Emanuele Dell’Aquila, Alex Orciari e Stefano Bembi.
’Scorrettissimo me’: perché questo titolo?
"Ecco, il titolo proprio non conta nulla, l’ho già cambiato diverse volte perché questo è uno spettacolo in continua evoluzione dove la dose di improvvisazione è fortissima. Ciò che conta è il sottotitolo: ‘Per un futuro, immenso repertorio’. Ogni sera il cantastorie si presenta con il suo immenso repertorio".
Ci spiega meglio?
"Durante la pandemia abbiamo continuato a fare spettacolo come i commedianti dell’arte, rispettando il distanziamento, ma nei cortili, per le strade e piazze. Ha funzionato come trampolino creativo. Vogliamo continuare a proporre questo spettacolo in luoghi non convenzionali. Siamo disponibili pure per matrimoni, battesimi, feste di divorzio e funerali allegri".
Ora, però, è in teatro…
"E’ un modo di promuoverci per altre occasioni: su 10 richieste che arrivano, almeno 7 non sono per luoghi canonici. Perché noi facciamo teatro con attori che non recitano e non attori che recitano".
Cosa si deve aspettare il pubblico?
"Bella domanda, non lo so nemmeno io. La scaletta la decidiamo 5 minuti prima di andare in scena. Devo parlare con l’ortolana o il pizzicagnolo, sentire che aria si respira. A Firenze si parla dell’aggressione al liceo: potrebbe essere un argomento. Proponiamo un teatro diverso dove l’improvvisazione è legata ai cambiamenti della società".
E il pubblico che ruolo gioca?
"Importante. Recitiamo con il pubblico, ai presenti in sala è consentito intervenire. In questo teatro, la quarta parete non esiste".