Protestano le toghe "Il giudice della prova sia colui che decide"

L’astensione degli avvocati indetta dalle Camere penali "Quando cambia il tribunale, il processo deve rinnovarsi"

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Anche gli avvocati di Firenze hanno incrociato le braccia, ieri e nella giornata di oggi, per l’astensione proclamata dall’Unione nazionale delle camere penali a difesa dei principi cardine del giusto processo. I penalisti protestano contro la compromissione del diritto dell’imputato a essere giudicato dal medesimo giudice che ha raccolto la prova in dibattimento, secondo i principi di ‘oralità e immediatezza della stessà.

"È diritto sacrosanto dell’imputato essere giudicato dal giudice che abbia acquisito le prove in dibattimento", ha detto Luca Maggiora, presidente della Camera penale di Firenze a un’iniziativa nell’auditorium Zoli al palazzo di giustizia di Novoli, alla quale erano presenti anche Eriberto Rosso, segretario dell’Unione nazionale Camere penali, Lorenzo Zilletti, responsabile del Centro Studi "Aldo Marongiu" dell’Ucpi, il professore Giovanni Flora e il vicepresidente dell’Ordine degli Avvocati di Firenze Gianluca Gambogi. "La prassi attuale - aggiunge - è ben diversa anche a Firenze: a fronte di continui cambiamenti nelle composizioni dei collegi e dei tribunale monocratici, riconducibili a esigenze organizzative, trasferimenti dei magistrati ed esigenze dei magistrati, la prova non viene rinnovata davanti al nuovo giudice, ma limitata alla visione della videoregistrazione delle testimonianza già rese". Per questo Maggiora chiede al legislatore di intervenire per riaffermare il principio del giusto processo.

"Il giudice deve assistere per percepire lo stato d’animo del testimone. La lettura della singola parola scevra dalla partecipazione svilisce quello che è l’impatto emotivo sulla testimonianza". A Firenze, ha aggiunto Maggiora "alcuni collegi mutano in ragione della presenza o assenza dei componenti. Ma non pochi problemi abbiamo rilevato anche al giudice monocratico: diversi magistrati hanno abbandonato il ruolo per partecipare a concorsi: non è un dato recente. La giunta della Camera penale dal 2019 ha promosso lo stato di agitazione e oggi siamo arrivati all’astensione".

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