Prof di musica: "Eterni precari costretti a re-inventarsi di continuo"

La lettera-sfogo di un gruppo di insegnanti che ancora attendono di concludere il concorso bandito nel 2020. "Ci chiediamo con grande amarezza quale sarà il nostro destino"

Scuola (immagine di repertorio)

Scuola (immagine di repertorio)

Firenze, 26 agosto 2022 - Si intitola “la follia concorsuale e l’arte di arrangiarsi nel Paese dell’arte e della cultura” la lettera che ci ha inviato un gruppo di docenti precari di Musica. “Siamo ancora in attesa di concludere il concorso ordinario bandito nel 2020”, scuote la testa Laura Trainini, anche a nome dei colleghi. Nello specifico, si tratta delle classi di concorso di strumento musicale nella scuola media a indirizzo musicale e nel liceo musicale. “Senza entrare nel merito dell’annosa questione della disordinata e carente educazione musicale nelle nostre scuole, vorremmo giusto ricordare qualche dato di fatto oggettivo che determina e condiziona le nostre vite da eterni precari infliggendoci soggettivissime torture quotidiane ormai da anni”, si legge nella lettera.

Intanto, “il concorso bandito nel 2020 è stato avviato solo nella primavera scorsa, dopo due anni di rimandi causa Covid mai comunicati in modo ufficiale, lasciandoci in un limbo atroce in cui peraltro le procedure di selezione hanno subito, ad iscrizioni già chiuse, numerose modifiche”. Non solo. “Negli ultimi cinque anni si sono succedute almeno cinque procedure concorsuali, che invece di produrre assunzioni e stabilizzazioni hanno complicato ulteriormente la situazione dei già molti precari inseriti nelle varie graduatorie”. E poi “il sovrapporsi di procedure selettive in un lasso di tempo troppo breve e senza lo smaltimento dei precedenti idonei ha portato all’assurda situazione in cui chi si era iscritto al concorso ordinario nel 2020 ha di fatto sostenuto un concorso con zero cattedre disponibili, pur avendo investito tempo, energie e denari nella preparazione”. Insomma, il caos all’ennesima potenza, tra “disparità di tempi concorsuali tra le varie regioni” ed “errori nella formulazione dei quesiti”.

“Il concorso, secondo le dichiarazioni del Ministero dell’Istruzione, avrebbe dovuto concludersi entro il 20 luglio scorso, per dare la possibilità ai vincitori di essere immessi in ruolo a partire da settembre. In realtà, nessuno di noi sa quando finirà, in quanto ancora mancano calendari ufficiali in alcune regioni - accusano i prof precari -. Ci chiediamo con grande amarezza quale sarà il nostro destino di insegnanti, costretti a inventarci giorno dopo giorno, anno dopo anno, un’alternativa lavorativa che ci permetta di sbarcare il lunario, per noi e le nostre famiglie, mentre aspettiamo che un giorno, magari tra vent’anni, quel posto che ci era stato prospettato e per cui abbiamo studiato, lavorato e investito, sarà effettivamente disponibile”.