Tragedia in Spagna, il post del rettore: "Non dimenticheremo le nostre ragazze"

Luigi Dei: "Qualsiasi iniziativa di ricordo sarà concordata con le famiglie"

Il rettore Luigi Dei ai funerali di Valentina Gallo

Il rettore Luigi Dei ai funerali di Valentina Gallo

Firenze, 30 marzo 2016 - Accrescere "l’impegno, la dedizione, l’entusiasmo e la passione per l’istruzione e la cultura" per onorare la memoria di Valentina, Elena e Lucrezia, "perché queste sono state le molle" che hanno animato le vite delle giovani morte in Spagna mentre stavano concretizzando quell’esperienza che tanto avevano sognato. Il rettore Luigi Dei torna ad esprimere tutto il suo dolore per la scomparsa delle allieve di Economia e management. E lo fa attraverso un lungo e toccante post pubblicato ieri mattina sulla sua pagina Facebook, quasi quotidianamente costellata di pensieri, ricordi e chicche musicali. 

"Commiato", s’intitola il post del rettore, che si rivolge ai genitori, ai familiari e agli amici delle ragazze, che continueranno a vivere nel ricordo di tutti gli studenti dell’Ateneo fiorentino e della scuola di Economia in particolare. L’idea di intitolare a Valentina, Elena e Lucrezia un’aula del Polo di Novoli resta. Ma da parte dell’Ateneo non arrivano conferme a quella che per ora rimane una proposta. Una cosa è certa. E la ribadisce lo stesso Dei: "Per non dimenticare le nostre ragazze, sebbene la ferita non possa in alcun modo rimarginarsi, l’Università sarà sempre aperta a qualsiasi forma, condivisa con i familiari, che ci consenta di far vivere per sempre dentro l’Ateneo le nostre studentesse". Insomma, ogni iniziativa sarà concordata con le famiglie delle vittime. "Non ci sono parole consolatorie in queste circostanze – ammette Dei –. Il dolore è troppo forte e tagliente".

"Questa tragedia mi ha scosso nel profondo, perché mentre noi docenti con entusiasmo stavamo costruendo futuro, il destino ce ne ha strappato una piccola, immensa fetta. Il giorno dell’arrivo di quell’aereo militare, mentre abbracciavo un padre – non chiedetemi chi era perché l’emozione era troppo forte – questi mi ha detto singhiozzando: ‘Rettore, mia figlia amava tantissimo istruzione e cultura!’".    E ancora: "Ho voluto accogliere a Pisa le ragazze con una rosa bianca e il tòcco, il copricapo dei neodottori di ricerca. La rosa bianca come simbolo di gioventù sbocciata e nel pieno del suo fulgore; il tòcco, cappello di sapienza ed agognato traguardo del futuro. Il destino ha interrotto il bellissimo viaggio di queste studentesse verso l’avvenire: ho voluto, simbolicamente e mestamente, rendere loro il futuro strappato nel giorno del commiato".   

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